11 SETTEMBRE / L’FBI PRENDE PER IL CULO JOE BIDEN. E GLI AMERICANI

Siamo all’ennesima americanata. Ad un altro capitolo della tragica sceneggiata che, in modo incredibile, continua a vent’anni dalle Torri Gemelle.

Cosa è successo? Pochi giorni fa, il 3 settembre, il capo della Casa Bianca sempre più nel pallone, Joe Biden, dà i sette giorni all’FBI per desecretare tutti i suoi dossier fino a quel momento tenuti rigorosamente top secret, per rispondere alle tante richieste di verità e giustizia degli americani in vista dei 20 anni dagli attentati.

E cosa fa il mitico ‘Federal Bureau of Investigation’? Prende letteralmente per i fondelli un Biden ormai alla frutta, recapitandogli una relazioncina di sedici pagine 16, roba che neanche un militare di primissimo pelo sbarcato a West Point si sarebbe sognato di presentare.

Si tratta, in sostanza, di un documento di 5 anni fa, elaborato cioè nel 2016, che non dice assolutamente niente, zero assoluto: macabra commemorazione per Ground Zero?

La memorietta è addirittura oscurata in alcune sue parti, forse quelle che un minino di sostanza lo avevano. E da quelle poche paginette emerge un solo fatto, incontrovertibile: l’FBI non è riuscito, in tanti anni di costosissime indagini, a raccogliere una sola prova circa il sempre sbandierato coinvolgimento dell’Arabia Saudita nell’organizzazione e nel finanziamento degli attentati dell’11 settembre.

Viene fuori solo, da quelle scarne note, che 15 dei 19 dirottatori erano cittadini sauditi, circostanza già nota fin da subito. La scoperta dell’acqua calda.

Fanno capolino solo poche illazioni (neanche documentate) sui rapporti tra alcuni sauditi e i dirottatori.

Vien fatto riferimento all’interrogatorio (che risale al 2015) di un funzionario del consolato saudita a Los Angeles, il quale aveva raccontato di aver avuto contatti con alcuni sauditi che avrebbero fornito sostegno logistico agli attentatori: Omar al-Bayoumi, studente di belle speranze a Los Angeles negli anni ’90; Fahad al-Thumairy, altro addetto al consolato saudita, sempre di Los Angeles; Mohammed Muhanna e altri tre personaggi i cui nomi sono stati addirittura censurati.

Tutto qui. Fuffa.

Un’autentica beffa per gli americani, il cui consenso nei confronti di Biden sta crollando giorno dopo giorno, oggi addirittura sotto il 40 per cento.

Un ceffone per la memoria delle 3000 vittime.

Diceva centomila cose di più il rapporto redatto nel 2004, dopo mille tribolazioni, dalla ‘Commissione per l’11 settembre’, di cui la Voce ha scritto pochi giorni fa. I due vertici, ossia il presidente repubblicano e il vicepresidente democratico, hanno un paio d’anni dopo firmato un libro di fortissima denuncia su tutte le pressioni ricevute perché quella Commissione fallisse, non potesse cioè raggiungere l’obiettivo di trovare la verità sulla tragedia delle Torri Gemelle e offrire giustizia alle vittime e ai loro familiari.

Adesso la pantomima servita dall’FBI ad un Biden ormai sull’orlo delle dimissioni, travolto dai fatti dell’Afghanistan, dalla fallimentare gestione della pandemia e ora dalla beffa dei suoi 007.

Quando sbarca alla Casa Bianca Kamala Harris?

 

 

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11 SETTEMBRE / CIA, FBI & CASA BIANCA, (STATI) UNITI NEL TERRORE

7 Settembre 2021 di Andrea Cinquegrani

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