“E nun ce vonno stà”: Napoli, il bluff della Lega fallito

Detto tra noi, perché non ci senta nessun permaloso leghista: questi nordici che predicano razzismo, razzolano malissimo, in vomitevole contiguità con rigurgiti di fascismo, offendono la bella gente dell’Italia più vicina all’Europa, laboriosa, intraprendente, accogliente e si sputtanano. Questi autarchici sovranisti si fanno in quattro per mettere assieme dilettanti allo sbaraglio, incapaci di elaborare un progetto politico spendibile, di proporre nomi degni di guidare l’Italia e le istituzioni locali. Inoltre, beccati sistematicamente a violare le leggi, a calpestare l’etica a rappresentanti dei cittadini, i carrocciari denunciano anche una vistosa tendenza a bluffare, nel senso di mentire sapendo di dire bugie. La cronaca di questi ultimi anni lo ha raccontato in dettaglio, è cosa nota, acquisita dall’opinione pubblica. Fresco di giornata è il resoconto dell’indignata contestazione di Salvini e compagni che hanno lamentato vivacemente di aver subito la bocciatura della loro lista di candidati a sindaco di Napoli, città che tra l’altro si è mostrata più volte incompatibile con il “Prima il Nord” e l’indegna sequela di ingiurie, razziste nei confronti del Sud. Quasi avevano suscitato comprensione, nel riferire l’esclusione dal turno elettorale delle prossime amministrative sancita, hanno detto, per aver presentato la lista sessanta secondi dopo il termine massimo delle 12. Quale maligna ostilità! Scagli la prima pietra, anche chi con la protervia di Salvini non vuole avere nulla a che fare, e ha giudicato come eccesso di severità, mancanza di elasticità, il rifiuto opposto all’accettazione delle proposte elettorali del carroccio.  Ebbene costoro liberino la mente dalla pietas per i poveri leghisti impediti per quel minuto di ritardo a illudersi di conquistare la capitale del Mezzogiorno: sappiano che non sono stati i sessanta secondi oltre le 12 a motivareo il rigetto della loro lista, definito “assurdo” dal capintesta del carroccio. Le ragioni della commissione prefettizia: “Alle liste presentate dal coordinatore cittadino della Lega Nappi mancavano alcuni documenti, che è obbligatorio allegare. Analogo provvedimento è stato adottato per un paio di liste di sostegno a Maresca, candidato della destra e per quella di Alessandra Clemente. Spetta al Tar e per un eventuale, successivo giudizio al Consiglio di Stato accettare, o respingere i ricorsi. Interessante sarà capire dal responso dei giudici, se ha fondamento o è solo un sospetto la ‘benevolenza che parte della magistratura mostra nei confronti dei partiti, perché influenzata dal potere della politica. Alla Lega va però riconosciuto divertente feeling con l’humor britannico. Chissà se è stato Salvini in persona a battezzare la lista respinta con l’irriverente e provocatorio logo ‘Prima Napoli’, città che proprio non lo sopporta.

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