INTELLIGENCE USA / IL RAPPORTO SU WUHAN? DEL TUTTO INCONCLUDENTE

Tanto rumore per nulla.

Un flop totale.

Si è rivelato un autentico buco nell’acqua il super rapporto dell’intelligence americana, appena consegnato dalla direttrice, Avril Haines, nelle mani del presidente Usa Joe Biden, che aveva dato 90 giorni di tempo per prepararlo, senza badare a spese e utilizzando tutti i mezzi possibili.

Si voleva, cioè la ‘soluzione finale’ e soprattutto la soluzione dell’enigma. Il virus è stato prodotto nel famigerato laboratorio di Wuhan? E cosa è successo: solo un incidente o una produzione artificiale del virus?

Il ‘Washington Post’, che l’ha appena avuto tra le mani, definisce il rapporto “inconcludente”: quindi ancora oggi, dopo tale dispiegamento di forze – scrive il quotidiano a stelle e strisce – “non si può stabilire se il coronavirus sia ‘saltato’ dall’animale all’uomo o se sia sfuggito ad un laboratorio di massima sicurezza di Wuhan”.

Tutto uno scherzo. Ma molto utile, per la Casa Bianca, al fine di scatenare una gazzarra politica con la Cina in piena regola, attaccata un giorno sì e l’altro pure.

I cinesi, però, non ci sono stati. Hanno replicato a muso duro, rovesciando letteralmente il tavolo delle accuse. Voi non avete alcuna prova contro di noi – il senso della contromossa di Pechino – e invece siete proprio voi ad avere il più colossale scheletro nei vostri armadi. Un maxi scheletro che è il super laboratorio militare di Fort Detrick, nel Maryland, improvvisamente chiuso per motivi di “sicurezza nazionale” dopo un’ispezione ordinata dai CDC (Centers for Desease Control and Prevention), che hanno rilevato delle falle, appunto, nei sistemi di sicurezza.

Come mai, si chiedono e chiedono con forza le autorità cinesi, non è mai stato rivelato niente di più su quanto è effettivamente successo a Fort Detrick? Soprattutto perché la cronologia degli avvenimenti è molto sospetta: Fort Detrick chiude a luglio 2019, ben prima dei fatti di Wuhan e ben prima dello scoppio dell’epidemia.

A questo punto i cinesi negano la possibilità di una seconda missione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a Wuhan, dopo l’esito totalmente negativo della prima, che si è svolta a gennaio 2021. E, al contrario, chiedono all’OMS di svolgerne una a Fort Detrick, perché finalmente venga accertato quanto successo quel drammatico luglio e le tragiche conseguenze che ne sono derivate.

Come ricorderete, la pista di Fort Detrick è stata lanciata il 7 luglio scorso da un’inchiesta della Voce, che ha fatto il giro di mezzo mondo, ripresa da moltissimi siti (soprattutto, ovviamente, in Cina).

Una pista contestata in modo volgare e scriteriato dal mainstream occidentale, con una CNN partita lancia in resta per difendere il super laboratorio militare a stelle e strisce, e cercando in tutti i modi di delegittimare la ‘fonte’ delle notizie: quell’“oscuro tabloid italiano”, facilmente rintracciabile anche da un ragazzino via internet: la Voce.

Of course, gli americani in queste bollenti settimane stanno cominciando a dare i numeri.

Come del resto dimostra la penosa e piagnucolosa sceneggiata firmata Biden nell’ultima conferenza stampa dopo il sangue di Kabul.

 

 

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 di Andrea Cinquegrani

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