Ma che fratelli: ‘Azzurri d’Italia’

Anche il più modesto bottegaio, che cerca di smerciare le ‘pezze’ a dieci euro l’una, mette in vetrina il meglio del peggio. Nel giornalismo la strategia del marketing di settore invita lo specialista di ogni testata a scervellarsi senza limiti per proporre una titolazione vincente, attirare i like dei lettori abituali e indirizzare quelli ‘ondivaghi’ indecisi nella scelta mattutina del giornale da leggere. Fossi il direttore di un quotidiano sonderei il ‘mercato’ dei giornalisti specializzati nella titolazione e offrirei al migliore un ricco contratto ‘fuori contratto collettivo’ della categoria.  Quanto male può fare un titolo sbagliato, inappropriato? Non poco. Oggi il quotidiano divenuto ‘confindustriale-Stellantis’ (Fiat) si propone con una scelta assai popolare. Si caratterizza come privilegiato amplificatore delle imprese olimpiche degli atleti italiani e racchiude il copioso racconto nella sovra copertina, che immortala il trionfo dei quattro velocisti azzurri, medaglia d’oro nella specialità della staffetta 4X100. Come esaltarli nel titolo a commento della bella immagine? In ziona ‘Cesarini’ brilla la lampadina e il titolo partorito risplende di patriottismo. Solo che l’autore dell’idea vincente, colpito da improvvida e ci auguriamo temporanea amnesia, dimentica che il parto  del suo talento sconfina malamente in uno spot promozionale per i neofascisti della Meloni. Il titolo, come mostra la prima pagina della ‘Repubblica’ (foto allegata) è infatti “Fratelli d’Italia”. Si mormora che la ‘Sono Giorgia!’ Meloni, abbia fatto recapitare alla redazione del quotidiano citato cassette di champagne e torte firmate da chef stellati, con un gigantesco ‘Thank you?”.

A proposito di Giorgia ‘Sorella d’Italia’: Claudio Durigon, un suo ammiratore imbucato nella truppa della Lega (annotate con cura i suoi connotati, che non si sa mai, potreste incontrarlo da qualche parte ed evitarlo) è stato imbarcato da Draghi nell’esecutivo di cui è premier, nel ruolo di sottosegretario all’Economia! La sua amorevole attenzione per Latina, ‘adorata’ città laziale, tocca livelli di eccellenza con la proposta di sostituire l’intitolazione del parco cittadino alle nobili figure di Falcone e Borsellino. Con chi? Ma certo con il venerato nome di Arnaldo Mussolini, alias fratello del duce, di Benito. Con rabbia di antagonisti tardivi Pd e 5Stelle chiedono che Durigon sia dimesso dal governo e che dire, meglio tardi che mai.

Nel Paese delle Banane, o quanto meno nella quota dell’Italia balorda, succede anche che l’ex magistrato Luca Palamara, radiato dalla Cassazione decida di debuttare in politica. Sulla scia di Berlusconi, Salvini, Meloni, eccetera, lo fa con una lista a suo nome, lista ‘Palamara’ e non teme di incappare nella satira firmata da Totò con il celebre ‘Vota Antonio, vota Antonio’. Obiettivo? Il seggio in Parlamento lasciato libero dalla pentastellata Del Re. Insomma, c’è ancora qualcuno che contesta la richiesta di abolire il titolo usurpato di ‘onorevole’ di cui si vantano deputati e senatori?

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