Marocchino e perfino senza dimora. Cronaca di un omicidio

Contano i fatti, il resto appartiene alla contrapposizione intrapartitica sinistra-destra e alle rispettive responsabilità per casi purtroppo reiterati di omicidi di volta in volta legittimati da Lega e associati con la comoda e vile formula della legittima difesa. Legittima un corno, se un ladro o un rapinatore è assassinato con colpi di pistola alle spalle, se un emigrante è ucciso per ‘punire’ comportamenti incivili, ed è l’episodio raccontato da angolazioni opposte da tutti i media. Diamo per buone le ‘scuse’ narrate con dovizia di dettagli (tutti da verificare) dai giornali con palese dipendenza dalla destra. Dicono di un povero disgraziato di immigrato che a Voghera, città purtroppo governata da Lega e soci, avrebbe infastidito i clienti di un bar. Si disegna con parole ‘forti’ il profilo del marocchino ucciso dall’assessore salviniano Adriatici, ex poliziotto. A suo dire sarebbe stato spintonato da Youns el Boussetaoui, un’altra versione parla di una manata in faccia, di azioni ‘da ubriaco’ della vittima. Altri citano i suoi precedenti di spacciatore e la sua condizione di ‘senza dimora’, come se fosse un’aggravante non poter vivere in una casa. Fatto sta, secondo il quotidiano confindustriale ‘la Repubblica’ che l’uomo è stato ucciso dall’assessore del Carroccio “Dopo una lite in piazza”. Ora, fosse tutto vero, si provi a immaginare quante liti avvengono ogni giorno nelle strade italiane: registreremmo stragi quotidiane se si legittimassero altrettanti omicidi “per legittima difesa” formula abusata da Salvini giustifica così anche il suo adepto vogherese e i predecessori che hanno sparato e ucciso non poche vittime sostenuti dalla mistificazione leghista sulla facoltà di uccidere a propria tutala della vita. Nel caso di Voghera, c’era da scommetterlo, il pistolero, evidentemente certo della solidarietà compatta della destra, ha inventato la malaugurata fatalità di un colpo di pistola partito “per caso”. Fin qui il ‘fattaccio’ ma, a latere, è patetico, perché finalizzato a procurare consenso, il piglio di Letta. Come i suoi predecessori, mette in campo l’intenzione, sempre disattesa, di limitare la vendita di armi ai privati. Il massimo sforzo legislativo del Pd si limita a chiedere la perizia ‘psico attitudinale (!!!) e una tassa di possesso per chi viole armarsi. Salvini è titolare di farneticazioni allucinanti: dell’assessore omicida tesse lodi sperticate (docente di diritto penale, avvocato, ex funzionario di polizia, persona tranquilla), ma così facendo non si rende conto di aggravare la posizione del suo ‘protetto’ che avrebbe avuto mezzi legali per interrompere le presunte intemperanze della vittima. Per non smentire il connotato di razzista seriale, il carrocciaro valpadano non esita ad accusare così Youns Boissetaoui: “Cittadino straniero, con precedenti anche di atti osceni in luogo pubblico”. Manca solo l’addebito di aver diffuso il Covid in Italia, o chissà, di aver provocato con un sortilegio satanico la tragica alluvione che ha fatto vittime in Germania. Non una parola di commento sulla pistola carica dell’assessore ‘giustiziere’ infilata nella cintura dei pantaloni. Sul luogo del delitto una donna ha lasciato una piantina fiorita: “Youns, non mi tranquillizza che un assessore giri armato”. E però, in una cittadina a vocazione leghista abbondano le testimonianze di cittadini ‘perbene’ che fanno a gara per raccontare comportamenti ‘fastidiosi’ del marocchino brutto e cattivo.

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