CONCORSO TRUFFA A 69 DIRIGENTI ALL’AGENZIA DELLE DOGANE: ULTIMO ATTO. 

Signore e Signori, eccoci all’ultimo atto di un concorso truffa. La farsa inizia nel 2012 con l’indizione di un concorso a 69 posti di dirigente all’Agenzia delle Dogane, si procede con le prove preselettive a dicembre 2012, le prove scritte a luglio 2013, le prove orali a giugno/luglio 2014. Molti dei candidati non sanno però che il concorso è fatto apposta per sanare la posizione di più di 100 funzionari che sono stati nominati dirigenti “incaricati” a tempo.

Il sistema ingegnato è semplice: le tracce dei temi vengono comunicate agli “amici”, sviluppate e assemblate all’interno delle Gazzette Ufficiali che in copertina si presentano come  testi legalmente ammessi in consultazione durante le prove.

Il concorso passa ben presto sotto la lente di ingrandimento della Magistratura Amministrativa prima, e di quella Penale poi. Finiscono sotto inchiesta, e rinviati a giudizio, alti dirigenti dell’Agenzia, in particolare il Presidente della Commissione Enrico Maria Puja, il commissario Alberto Libeccio, e diversi candidati, alcuni dei quali ammettono pubblicamente di avere partecipato all’organizzazione della truffa e alla contraffazione delle Gazzette Ufficiali.

Il concorso, intanto, in data 21 settembre 2020 viene annullato in autotutela dalla stessa Agenzia delle Dogane a seguito di un Audit interno da cui era emerso un pericolo concreto e attuale che vi fossero, tra i candidati, soggetti che, utilizzando informazioni detenute illegalmente, avessero modificato i temi attraverso tecniche redazionali idonee a differenziarli.

A questo punto si potrebbe pensare che finalmente giustizia è fatta! C’è l’annullamento del concorso, c’è il processo penale in corso, si arriverà dunque a una verità processuale sulle responsabilità! E invece no! Arriviamo all’ultimo atto: il processo si prescrive il 16 agosto 2021, ma l’udienza di rinvio è fissata al 16 settembre 2021, un mese dopo la data di prescrizione!

Il processo finirà con un nulla di fatto: attività investigative di Polizia Giudiziaria, giornate intere di udienze dibattimentali che hanno impegnato Magistrati, Cancellieri,  imputati, rei confessi, parti civili, interrogatori di ore e ore.. tutto vanificato dalla prescrizione. Costi sostenuti inutilmente dalla collettività.

E’ la debacle dello Stato di diritto e del sistema Giustizia: nessuna certezza, nessun colpevole, nessuna tutela per le vittime che, credendo nel merito, hanno partecipato ad un concorso con la legittima convinzione di poter competere nel rispetto della legalità e del principio di pari opportunità.

Tali princìpi sono ancora una volta violati da uno Stato che permette la prescrizione senza garantire un giusto processo, e da una Pubblica Amministrazione in cui sempre più prevale la selezione mediante cooptazione dei fedeli in nome dell’appartenenza, e non mediante concorso, garanzia di pari opportunità come prescritto dall’articolo 97 della Costituzione.

E’ una pagina buia che mina irreparabilmente la credibilità dello Stato e getta un’ombra molto grave sulla imparzialità della Pubblica Amministrazione.

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FONTE

Comunicato Dirpubblica

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