Ma-ma-ma…mamma, li turchi

Se non lo conoscete rimediate e a conclusione del particolare lavoro investigativo sarà chiaro il perché dell’auspicato, democratico e finora mancato distanziamento da soggetti come il truce tiranno turco Recep Tayyip Erdoğan, conservatore, populista, protagonista seriale di repressione del dissenso, della libertà di opinione e di stampa, mandante di omicidi e arresti in massa di giornalisti e politici ‘scomodi’, dichiarato omo e xenofobo. Chi sa di questa barbarie si chiede sconcertato per quale distorta visione comunitaria includere nella Ue la Turchia di Erdogan e perché, una volta accertata l’incompatibilità con la democrazia, l’Europa non l’abbia espulso e privato dei fondi che riceve senza appropriata contropartita. Il despota, con gli eccessi climatici in corso e la devastante crisi economica, si gode comunque il sontuoso ‘rifugio’ personale, la villa delle vacanze estive a ‘100’ stelle, valore sessanta milioni, 300 stanze in quel di Marmaris, 90 mila metri quadrati, accesso privato al mare, pista per gli elicotteri, e il complesso sotto accusa per la deforestazione provocata dall’ampliamento della struttura. Mister Erdogan è amico per la pelle di Salvini e i suoi compari della destra sovranista ‘mondiale’. A partire dagli anni 2010, Erdoğan ha provocato l’arresto, l’arretramento della democrazia in Turchia e un consistente indice di corruzione, ha imposto  la totale libertà di stampa. Suoi alleati sono finiti agli arresti, è stato incriminato per uno scandalo da 200milioni. Nel curriculum del suddetto migliaia di arresti ed epurazioni di docenti universitari, politici, giornalisti.

Ovvia l’alleanza col Partito del Movimento Nazionalista (MHP),di estrema destra, che lo tiene in vita come presidente, nonostante le sconfitte elettorali, confermate dal recente default della capitale e di Istambul. Nel 2016 la polizia turca ha interrotto il Gay Pride con la forza. Molti i feriti colpiti da proiettili di gomma. Finalmente il Parlamento del Consiglio Europeo ha notato però che “La Turchia espone a pericolo la libertà dei media e di espressione”. Sul ‘no’ turco alla legge contro l’omofobia, l’intervento di Ursula von der Leyen: “O cambi rotta o passeremo ai fatti”. Meglio tardi che mai! Sembra che la Commissione da lei diretta si appresti ad aprire una procedura d’infrazione per la legge anti-Lgbt. “Budapest non vuole cambiare?  La Ue sospende l’erogazione di 7, 2 miliardi di euro del Recovery plan per l’Ungheria”. Per capire di che si parla? La Turchia di Erdogan è diventata la più grande prigione al mondo per giornalisti (per scrittori e politici dell’opposizione). Numerosi i quotidiani chiusi, centinaia i cronisti arrestati. Dura, netta, la critica della sinistra al regime sovranista ai ‘trogloditi’ erdoghiani, che ritengono pari omosessualità e pedofilia e proibiscono la circolazione di libri per ragazzi sul tema.

Il giudizio di chi ha visitato la Turchia e in particolare la sua capitale è decisamente positivo, ma di meraviglie ambientali e strutturali è strapieno il mondo, dunque il Paese della retrograda antidemocrazia europea si può serenamente escludere dai piaceri del viaggiare.

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