Pagine patinate, per i ‘vip’ del gossip system

Il profilo del ‘reuccio’ di ‘Porta a porta’ manda in ‘brodo di giuggiole’ il giornalismo che si alimenta di chiacchiere e pettegolezzi, nobilmente definiti ‘gossip’. L’ultimo caso, nelle pagine patinate del settimanale ‘Gente’, rivela con generosità di dettagli la ‘bua’ di Mara Venier, sottoposta a cure odontoiatriche, ma specialmente l’ingresso di Vespa Bruno e signora nel mondo della ristorazione a 5stelle, in una loro sontuosa tenuta pugliese. L’evento viaggia di bocca in bocca, di voce in voce, destinato a scalzare rapidamente ogni altro interesse dell’opinione pubblica mondiale, dalla 5a strada della Mela ai più miseri ranchitos venezuelani di Caracas. Per la redazione di ‘Gente’ il ristorante extra lusso dei Vespa, merita l’impegno straordinario di uomini e spazi editoriali (melius abundare che deficere!) per raccontarlo con generosi dettagli, foto in copertina e all’interno e lodi sperticate all’inedita veste imprenditoriale del giornalista. E si può, si deve capire che l’immarcescibile conductor televisivo non può esimersi dall’investire il patrimonio multi-multi milionario accumulato, di concerto con la consorte. Sorge spontanea la considerazione: “Vespa ha dovuto sborsare l’ ‘ingente’ somma di circa ventimila euro per sanare con il patteggiamento l’abuso edilizio commesso a Ponza e  la leggerezza della penalità è stata accolta con un sorriso beffardo dall’ex direttore del Tg1 e monarca di ‘Porta a Porta’ (retribuito con oltre 1 milione e mezzo all’anno, straricco anche per la vendita di un libro all’anno – più titoli sul fascismo – pubblicizzato gratuitamente da tutte le reti Rai, titolare di un patrimonio integrato dai lauti guadagni delle moglie, che a prescindere dalle sue doti è stata gratificata con incarichi di rilievo e ben remunerati. Augusta Iannini, la consorte di Vespa Bruno, impiegata nella magistratura (sorvegliante delle carceri), giudice istruttore del tribunale di Roma, titolare di ruoli importanti nel Ministero della Giustizia, vice presidente dell’Autorità Garante della Privacy (173.990 euro annui), membro del sistema giudiziario europeo, è anche comproprietaria con il marito di una ‘chiacchieratissima’ casa in Piazza di Spagna, a Roma. La signora Iannini, informa ‘Gente’, è persona ad ampio raggio di competenze e il marito loda anche la sua inaspettata dote di architetto degli interni, in quanto regista creativa della trasformazione della tenuta pugliese in un luogo lussuoso, raffinato, della ristorazione per Vip. Da intransigente magistrato (considerato il precedente di Ponza) la signora, nessun dubbio, avrà vigilato per evitare abusi edilizi. Il luogo pugliese della ‘perdizione’ gastronomica è destinato a ospitare clienti al top della condizione sociale e patrimoniale. Considerata la svolta ‘rivoluzionaria’ di D’Alema, pugliese doc, divenuto imprenditore vinicolo, si potrebbe suggerire alla padrona di casa, alla signora Iannini,  di invitare l’ex Pci per una cena ‘tra amici’.

Il cinico ‘Mat’, al secolo il Salvini valpadano (il Sud non dimentichi mai questo suo marchio di secessionista) spera di fermare l’emorragia di consensi ‘aggarbandosi’ senza sosta l’Italia di chi è stanco e ha subito le conseguenze della pandemia. Il suo martellante soliloquio (“basta restrizioni”) confligge con la prudenza di scienziati e politici, consapevoli della necessità, senza deroghe, di prevenire una terza devastate ondata di Covid, ritmando con rigore progressivo la fine delle restrizioni. Lo sconsiderato leghista del ‘Papeete’ strizza l’occhio ai gestori delle discoteche, luoghi dove il rischio di contagi è il più alto in assoluto con un incosciente “Apritele!”. Una sola ragionevole richiesta, ovviamente ignorata dal ‘Mat’: invitare il governo a dirottare sulle attività non ancora libere da restrizioni (come appunto le discoteche) parte delle risorse recuperate da interventi non più urgenti.

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