PANDEMIA / CI VOGLIONO FARE TUTTI “CARNE ‘E MACELLO”

Ci stanno a fare tutti “carne ‘e macello”. Stanno facendo di tutti noi “carne da macello”.

A Napoli, se giri nei vicoli, senti dire così. Proprio da quel popolo che lorsignori vogliono sempre più ‘bue’, oggi in tutti i sensi.

Siamo tutti cavie, si dice nei più accorsati salotti borghesi. Ma sottovoce. Per paura di disturbare i manovratori. Oppure di essere scambiati per dei pazzi o dei terroristi.

Ha avuto il coraggio di mostrare quanto il re sia nudo l’ex golden boy del calcio italiano, l’un tempo abatino che stavolta ha mostrato – a dispetto di tutti i Brera in saldo – gli attributi.

Nel salottino notturno di Bruno Vespa, Gianni Rivera con estrema semplicità e pacatezza ha detto pane al pane e vino al vino: so che sui vaccini le cose non vanno come ci dicono, i vaccini vanno presi con estrema cautela, io non mi vaccino. Non voglio essere in quella percentuale che voi dite trascurabile ma se permettete lo decido io se starci o no in quella percentuale.

Verdognolo Vespa, incazzati i virologi da salotto, imbufalito il day after Roberto Burioni, l’allergolo-massone che etichetta Rivera come un babbeo.

Roberto Burioni. In apertura Gianni Rivera a Porta a Porta

Rivera ha detto quello che la gran parte degli italiani ha ormai capito e capisce ogni giorno di più, sulla propria pelle. La tragedia di Camilla è tutta lì a dimostrarlo.

Camilla non è una percentuale, né una statistica, neppure una virgola scappata per sbaglio. E’ la drammatica spia di quanto lorsignori – i politici (sic) e il codazzo di virologi (tutti poi al seguito delle case farmaceutiche) – stiano truffando gli italiani e giocando con la pelle degli italiani.

Possibile mandare Camilla e tante Camille allo sbaraglio nella lotteria vaccinara degli ‘Open Days’? In quegli hub diventati niente altro che lager riveduti e corretti, con tanto di camere a gas, pardòn a vaccino?

Possibile che nessuno se ne sia fottuto se Camilla aveva una manifesta carenza di piastrine? Possibile che i protocolli se ne siano fregati? O addirittura non prevedessero neanche quella situazione? E’ allora proprio il caso di dire: dilettanti allo sbaraglio. E macelli pronti ad ospitare le prossime vittime.

Le responsabilità penali per Camilla e le tante Camille dovranno essere accertate. Non si tratta di mandare in galera chi ha fatto l’infusione, ma di mettere nero su bianco – una volta per tutte – la catena di responsabilità: che va dal ministro al generale degli alpini, dal CTS all’AIFA, senza dimenticare gli anelli intermedi di collusioni, complicità e corresponsabilità.

E’ mai concepibile un Paese, un Sistema dove la politica – e il codazzo di saltimbanchi virologi – dia consigli, raccomandazioni, indirizzi & indicazioni in un campo così minato? Possibile che nessuno scenda in piazza per reclamare certezza e chiarezza?

Immaginate il caos che succederà da domani, dopo la presa per il culo della comunicazione su AstraZeneca da non somministrare sotto i 60 anni! E chi ha 60 e un giorno, un mese, o 62, 63, 64, 65… si potrà mai sentire tranquillo?

Carne da macello o cosa?

Cavie o cosa?

Altro che difetti di comunicazione! Difetti di sostanza, dall’inizio, per il semplice fatto che si tratta di vaccini del tutto ‘sperimentali’, i cui test termineranno solo a fine 2013. Fino a quel giorno sarà una roulette russa. E non si venga a raccontare la solita bufala – arieccoci in campo zootecnico – che il ragionamento costi-benefici è di gran lunga a favore dell’uso dei vaccini!

Lo sappiamo ormai tutti, lo dicono perfino lorsignori, i padroni del vapore a livello nazionale e, soprattutto, globale: il virus non finirà mai, le varianti si moltiplicheranno, le pandemie sono ormai scritte a caratteri di fuoco nel futuro. Vogliono ridurci, in tempi brevi, ad un esercito di decerebrati-consumatori, robottini obbedienti, controllati-spiati-vigilati notte e giorno, nel più perfetto disegno orwelliano.

Una ribellione a questa dittatura, a questo Nuovo Ordine Mondiale o come diavolo volete chiamarlo è ancora possibile: ma i margini, ogni giorno che passa, si riducono sempre di più.

Dopo c’è solo il precipizio: senza ritorno.

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