PENTAGONO / UN ESERCITO SEGRETO DA 60.000 MILA

Negli ultimi dieci anni il Pentagono ha creato un gigantesco esercito parallelo – e segreto – con almeno 60 mila effettivi.

La clamorosa notizia non arriva da un’agenzia russa o cinese, ma nientemeno che da uno dei templi dell’informazione tradizionale a stelle e strisce, ‘Newsweek’. La scoperta è dovuta a ben due anni di indagini e ricerche, riesumando quindi lo spirito investigativo di un tempo e per troppo poi dimenticato.

Secondo il magazine, “il numero di questa formazione militare occulta è dieci volte il numero degli addetti clandestini della CIA”. Una notizia sconvolgente tira l’altra.

A quanto pare, “i soldati ‘segreti’ lavorano sia a livello nazionale che all’estero, svolgendo compiti in uniforme militare o travestiti da civili”.

Non è certo finita qui. Perché “circa 130 aziende private partecipano a questo programma, spendendo più di 900 milioni di dollari all’anno”.

Secondo gli autori dell’inchiesta, “Washington ha bisogno di questa formazione segreta non solo per combattere il terrorismo, ma anche per aumentare le opportunità competitive in una guerra ibrida con Russia e Cina”.

Per non pochi analisti, questa situazione parte da lontano. E ad originarla è stato uno dei maggiori guerrafondai nella storia degli Stati Uniti: Dick Cheney, numero due della Casa Bianca ai tempi della presidenza Bush. E’ stato Cheney, nel 2001, ad iniziare il processo di privatizzazione della sfera militare americana. Proprio all’indomani delle Twin Towers, ottimo e abbondante pretesto non solo per l’invasione dell’Iraq, ma anche per la progressiva creazione di una forza militare parallela, illegale, segreta.

Roba non da poco. Da non dimenticare che la figlia, Liz Cheney, è uno dei falchi della nuova (sic) politica yankee, nemica numero uno di Donald Trump all’interno del Partito Repubblicano.

Liz Cheney

Torniamo alle conseguenze di quel 2001. E’ in quel clima che nasce e si sviluppa rapidamente il potere della ‘Field Counterintelligence Agency’ (FCA), la struttura ben mimetizzata che agisce alle dipendenze del Pentagono e si occupa di distribuire il budget tra l’intelligence privata e le società di analisi militare.

Nel corso degli anni i ‘privati militari’ crescono a dismisura. Scrivono i reporter di ‘Newsweek’: “E così le strutture contrattuali sono cresciute, si sono consolidate fino a diventare uno Stato parallelo”. E poi: “In generale, negli Stati Uniti, chi possiede l’accesso ai finanziamenti e agli ordini del Pentagono o delle agenzie di intelligence, per raggiungere i suoi obiettivi, controlla un enorme segmento della politica. Sia all’interno che all’esterno”. E questo rende addirittura poco influente chi sia il capo della Casa Bianca o il capo del Pentagono!

“Gli Stati Uniti, nel loro insieme, sono un esempio molto interessante di corporatocrazia, che sa esattamente di cosa ha bisogno uno Stato. Lo stato è una società, una società è uno stato”.

“Ciò che è buono per GM (General Motors, ndr) è buono per l’America. Lo era. Ora, i proprietari di Facebook o di Halliburton decidono cosa è bene per l’America. Quale sia il bene, dove combattere, con chi essere amici”.

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