Lei è Giorgia? Caspita!

Per il caso ‘Io sono Giorgia’, titolo che avrebbero disdegnato di mettere in copertina delle proprie autobiografie geni come Einstein, potenti del mondo come Mao, che so Picasso, Chaplin, ora papa Francesco, c’è da pronunciare il riconoscimento tout court di ‘chapeau! per la trovata   e da correre in libreria, per acquistare il volume che va a ruba, con un sospiro di sollievo per non essere arrivati tardi, a libro esaurito, e così, immergersi celermente nella lettura di cotanta eccellenza letteraria. Ma scherzi…quale magnificenza di regalo primaverile nasce dalla generosità della borgatara Meloni, che nella scia del bell’italiano di Dante, spalanca le porte dell’anima, della mente e del suo cuore, così colmando il deficit di informazioni su infanzia, gioventù e maturità di rampante capofila del neofascismo italico. C’è da mordersi le mani: la bottega romana, amorevolmente curata da una libraia di sinistra ne è sfornita e, ‘peggio’, scoraggia la richiesta di approvvigionarsi del prezioso documento, da leggere, studiare e poi riporre in libreria con la copertina in bella vista, sicché si possa ammirare ad libitum l’immagine di Giorgia, su cui ha lavorato di fino la magia di photoshop perché sia ‘bella come una Madonna’ di Botticelli. Discutibile l’ostracismo della libraia, aggravato dalla dichiarata ’affinità elettiva’ con il Pd. Il bavaglio alla libertà di pensiero è proprio dei tizi che la Meloni assolda senza distinguere tra scontenti, delusi e militanti di gruppi neo fascisti, nazifascisti accolti fraternamente nel variegato crogiuolo di Fratelli d’Italia. Si deve ai loro antenati del maledetto ‘Ventennio’ la violenza fanatica di bruciare libri scomodi, di censurare e imporre con metodi da gestapo il pensiero unico.

Un interlocutore delle lettere indirizzate al quotidiano la Repubblica, evidentemente refrattario all’impedimento di ogni forma di libertà, critica la libraria di sinistra, che rifiuta di ammettere l’autobiografia “Io sono Giorgia’ negli scaffali del suo locale. Il signore in questione condanna in parallelo i neofascisti che pretendono il ritiro della pubblicazione destinata alle scuole medie del Trentino, perché include fra le 33 donne più importanti  della regione anche Mara Cagol, terrorista delle Brigate Rosse, moglie di Renato Curcio morta in uno scontro a fuoco con i carabinieri. L’autrice della pubblicazione ne spiega i motivi : “Far vedere che la forza delle donne può essere distruttiva se non è ispirata alla convivenza pacifica, alla non violenza”. In risposta al lettore, Merlo, successore di Augias come titolare della rubrica, prende le distanze da ‘Io Giorgia’ (“spacciato per la biografia del secolo”) e dai rudi militanti di Fratelli d’Italia (espressione usata dal lettore del quotidiano) ma anche dall’ostracismo della libraia: “Di Fratelli d’Italia non mi stupisco. Sono gli eredi di una destra che da sempre dà la caccia ai libri”. “Alla libraria romana ricordo che c’è stata una brutta sinistra che censurava i libri, ma un’altra, nella quale siamo cresciuti che rispondeva con un libro ad ogni infamia…” Quest’ultima riflessione è da condividere e far seguire dall’acquisto del libro edito in Trentino, nonché dall’oblio immediato, totale, di ‘Io Giorgia’, con annesso messaggio da consegnare a figli e nipoti.

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