Vaccini – L’allarme dei ricercatori sui richiami periodici

I produttori di vaccini stanno dicendo agli investitori e ai media che sono già in programma iniezioni di richiamo per i vaccini COVID. In alcuni casi, secondo le aziende, i richiami sarebbero necessari perché potrebbe venir meno l’efficacia del vaccino. In altri casi, suggeriscono che i richiami serviranno a combattere le nuove varianti COVID.

I richiami annuali dei vaccini COVID sono musica per le orecchie degli investitori. Alcuni scienziati indipendenti avvertono però che cercare di superare in astuzia il virus con dosi di richiamo progettate per affrontare la variante di turno potrebbe essere controproducente, perchè si potrebbe arrivare alla selezione di una serie infinita di nuove varianti, ognuna più virulenta e trasmissibile di quella precedente.

Giovedi scorso, l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, ha detto che una terza dose del vaccino COVID della sua azienda sarà “probabilmente” necessaria entro un anno dalla somministrazione delle due dosi iniziali, a cui dovranno poi seguire le normali vaccinazioni annuali.

Secondo Bourla, “uno scenario probabile” è “una terza dose in un periodo compreso tra sei e 12 mesi, e da qui si ripartirebbe con la ri-vaccinazione annuale.

In un’intervista su CVS Health, Bourla ha spiegato che alcuni vaccini vengono somministrati una volta sola, mentre altri hanno bisogno di richiami annuali, come quelli antinfluenzali.

È estremamente importante sopprimere il pool di persone potenzialmente suscettibili al virus,” ha dettoBourla durante un’intervista alla CNBC. I richiami saranno uno strumento importante per combattere le varianti più contagiose, ha aggiunto.

La scorsa settimana, la direttrice commerciale di Moderna, Corinne M. Le Goff, durante una videoconferenza con gli investitori ha detto che gli Americani potrebbero iniziare a ricevere dosi di richiamo del vaccino di Moderna verso la fine dell’anno, come protezione dalle varianti COVID.

“È probabile che, nel 2022 e forse già a partire dalla fine di quest’anno, i Paesi che hanno già raggiunto un’alta copertura vaccinale saranno pronti a concentrare la loro attenzione sui richiami,” ha detto Le Goff.

Johnson & Johnson (J&J) ha comunicato che il suo vaccino in dose unica avrà probabilmente bisogno di essere somministrato annualmente.

Giovedi scorso, un funzionario della Casa Bianca ha fatto sapere che gli Stati Uniti si stanno preparando alla possibilità che sia necessario un ulteriore richiamo, da nove a 12 mesi dopo la prima vaccinazione contro il COVID.

Mentre la durata dell’immunità post vaccinale è ancora in fase di studio, potrebbero essere necessarie dosi di richiamo, ha fatto sapere David Kessler, il responsabile scientifico della task force per la risposta al COVID-19 del presidente Biden durante una riunione della commissione del Congresso.

Secondo dati preliminari, i vaccini di Moderna e Pfizer mantengono la maggior parte della loro efficacia per almeno sei mesi, anche se non è stato ancora determinato per quanto tempo dopo i sei mesi.

Anche se la protezione durasse più di sei mesi, gli esperti hanno detto che potrebbero emergere varianti di COVID a rapida diffusione e questo costringerebbe a regolari iniezioni di richiamo, simili ai richiami annuali della vaccinazione antinfluenzale.

I richiami potrebbero sviluppare varianti nuove e più infettive, insieme ad un infinito mercato per i vaccini

Secondo Rob Verkerk Ph.D., fondatore, direttore scientifico ed esecutivo di Alliance for Natural Health International, le varianti potrebbero diventare più virulente e più trasmissibili, comprendendo anche mutazioni capaci di fuga immunitaria (o vaccinale) se continueremo con questo tapis roulant vaccinatorio, cercando di sviluppare nuove formulazioni che superino in astuzia il virus.

Verkerk ha detto che “se metteremo tutte le nostre uova” nel cesto dei vaccini che puntano proprio alla parte del virus più soggetta a mutazioni [la proteina spike], sottoporremo il virus ad una tale pressione selettiva da favorire lo sviluppo di varianti capaci di fuga immunitaria.

Gli scienziati e gli sviluppatori di vaccini stanno cercando di risolvere il problema di queste nuove varianti virali, ma non c’è alcuna garanzia sui risultati. È un esperimento, in cui moltissimi cittadini sono diventati partecipanti inconsapevoli, ha spiegato Verkerk.

All’inizio di marzo, il dottor Geert Vanden Bossche, un vaccinologo che ha lavorato con GSK Biologicals, Novartis Vaccines, Solvay Biologicals, il team Global Health Discovery della Bill & Melinda Gates Foundation a Seattle e la Global Alliance for Vaccines and Immunization a Ginevra, aveva lanciato un appello all’Organizzazione Mondiale della Sanità, sostenuto da un documento di 12 pagine, dove metteva in guardia sul “mostro incontrollabile” che sarebbe stato creato da una vaccinazione di massa a livello mondiale.

Nella sua lettera, Vanden Bossche aveva analizzato i pericoli della vaccinazione di massa per la COVID rispetto a quelli dell’infezione naturale e aveva concluso:

“Non c’è dubbio che le continue campagne di vaccinazione di massa permetteranno a nuove varianti virali più infettive di diventare sempre più dominanti e, alla fine, avremo come risultato un drammatico aumento di nuovi casi, nonostante i migliorati tassi di copertura vaccinale. Non c’è alcun dubbio che questa situazione porterà presto alla completa resistenza delle varianti circolanti nei confronti dei vaccini attuali.”

Come riferito da The Defender il 26 marzo scorso, i lockdown e l’estrema pressione selettiva sul virus indotta dall’intenso programma di vaccinazione di massa globale [attualmente in corso] potrebbe, nel breve termine, diminuire il numero di casi, ricoveri e morti, ma, alla fine, stimolerà l’evoluzione di mutazioni virali ancora più pericolose.

Questo è ciò che Vanden Bossche chiama “fuga immunitaria” (l’incompleta neutralizzazione del virus da parte del sistema immunitario, anche dopo la somministrazione del vaccino).

Questo fenomeno, a sua volta, spingerà le aziende produttrici di vaccini a perfezionare ulteriormente i vaccini che, a loro volta, aumenteranno, non ridurranno, la pressione selettiva, producendo varianti sempre più trasmissibili e potenzialmente letali.

Questa pressione selettiva causerà un aumento delle mutazioni che interessano la proteina spike virale, quella che permette al virus di penetrare le mucose delle nostre vie respiratorie, il percorso utilizzato dal virus per entrare nel corpo umano, sostiene Vanden Bossche. Il virus sarà effettivamente più furbo dei vaccini superspecifici basati sull’antigene, utilizzati e modificati a seconda delle varianti in circolazione.

Tutto questo potrebbe portare ad un aumento dei casi gravi e potenzialmente letali, una crescita a bastone da hockey [un periodo di stasi seguito da una crescita improvvisa], in pratica una pandemia fuori controllo.

Anche prima dei richiami, Big Pharma stava già guadagnando alla grande con i vaccini COVID

Pfizer ha fatto notizia il mese scorso, quando il suo direttore finanziario (CFO), Frank D’Amelio, ha comunicato che l’azienda aveva in previsione di aumentare i prezzi del suo vaccino COVID, il secondo farmaco più redditizio al mondo, dopo che la pandemia fosse scemata e [la società] non fosse più in un ambiente di prezzi da pandemia.

L’azienda ha poi confermato la sua posizione, poiché ora crede che le vaccinazioni annuali saranno “sempre più probabili.”

Durante una recente conferenza virtuale degli investitori ospitata da Barclays, D’Amelio, direttore finanziario di Pfizer, ha detto che l’azienda vede “opportunità significative” per il suo vaccino COVID, una volta che il mercato si sarà spostato da una “situazione pandemica ad una situazione endemica.”

A quel punto “fattori come l’efficacia, la capacità di richiamo, l’utilità clinica diventeranno di fondamentale importanza e noi, francamente, la consideriamo una significativa opportunità per il nostro vaccino da una prospettiva di domanda e di prezzo, dato il profilo clinico del nostro prodotto,” ha detto D’Amelio all’analista.

Pfizer ha comunicato che quest’anno si aspetta almeno 15-30 miliardi di dollari di entrate dal suo vaccino a mRNA, con costi e margini di profitto divisi equamente con BioNTech. All’evento di Barclays, D’Amelio ha detto che la sua azienda si aspetta un “ritorno al netto delle imposte” di circa il 25% su 15 miliardi di dollari, cioè 3,75 miliardi di dollari.

Il CFO di Pfizer aveva in precedenza affermato che si aspetta che i margini per il vaccino crescano nel tempo, ha riferito Fierce Pharma.

Moderna ha fatto sapere che, nel 2021, si aspetta un fatturato di 18,4 miliardi di dollari. L’analista di Barclays, Gena Wang, prevede vendite per 19,6 miliardi di dollari nel 2021, 12,2 miliardi di dollari nel 2022 e 11,4 miliardi di dollari nel 2023, dando per scontato vaccinazioni periodiche.

Secondo The Guardian, un gruppo di investitori che aveva sostenuto Moderna al momento della sua fondazione, nel 2010, avrà ritorni sostanziali, con il suo CEO, Stéphane Bancelnow, valutato a quasi 5 miliardi di dollari.

J&J aveva in previsione vendite per 10 miliardi di dollari nel 2021, prima che il suo vaccino venisse sospeso negli Stati Uniti, con l’amministratore delegato Alex Gorsky pronto a ricevere un pacchetto retributivo di 30 milioni di dollari.

Domenica scorsa, il Dr. Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) degli Stati Uniti e capo consigliere medico del presidente Biden, ha fatto sapere che la decisione se autorizzare o meno un richiamo del vaccino COVID sarebbe stata presa dai funzionari della sanità pubblica e non dalle aziende farmaceutiche.

Sarà una decisione di salute pubblica,” ha detto Fauci a Meet the Press della NBC. “Non sarà una decisione presa da un’azienda farmaceutica. Siamo loro partner perché forniscono il prodotto. Sarà una decisione della FDA e del CDC. Il CDC userà il suo comitato consultivo e le sue pratiche di immunizzazione, com’è solito fare.”

Ma, come aveva riferito il Washington Post il mese scorso, Moderna ha saldi legami con il NIAID, che opera sotto il National Institutes of Health. Il NIAID, che ha collaborato con Moderna per suo vaccino COVID a mRNA, possiede la metà del brevetto per il vaccino di Moderna e, secondo un accordo con Moderna, il suo direttore, Fauci, incasserà personalmente le royalties sul vaccino.

Fauci, durante un’apparizione a “This Week” della ABC con Martha Raddatz, è stato interrogato sui commenti del CEO di Pfizer, secondo cui i destinatari del suo vaccino avranno “probabilmente” bisogno di una terza dose, da sei a 12 mesi dopo essere stati completamente vaccinati, con Moderna, e J&J che suggeriscono la stessa cosa [per i loro prodotti].

Alla domanda su quando gli Americani avrebbero saputo con certezza se sarà, o no, necessario un terzo richiamo, Fauci ha detto che dipenderà dal calo dell’immunità, che si potrà probabilmente valutare in estate o in autunno.

 

 

 

FONTE

articolo di

Megan Redshaw

per childrenshealthdefense.org

Tratto da
Link: https://childrenshealthdefense.org/defender/vaccine-treadmill-covid-booster-shots/
19.04.2021

Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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