Cinismo

La pietas, il doloroso cordoglio e in troppi casi la rabbia per i morti della  pandemia, è sentimento comune a tutti i popoli, molto più struggente per chi se n’è andato, tragedia nella tragedia, in una nicchia d’ospedale, intubato, disperato nel lasciare la vita senza almeno una mano nella mano di un figlio, del compagno di vita, se cattolico senza un prete che abbia pregato per la sua anima; portato via come un ingombro, respinto da cimiteri del tragico tutto esaurito, accompagnato spesso dall’indignazione  dei suoi cari rivolta a chi ha provocato il contagio per deficit di sicurezza, ad esempio nei ricoveri per anziani. Considerate le storiche, universali colpe dello schiavismo e di dittature sanguinarie, il millennio in corso, forse come pochi che l’hanno preceduto, denuncia di essere preda della pandemia del cinismo, virus che dilaga in assenza di antidoti. Nella colpevole ‘disattenzione’ mondiale, intere popolazioni sono decimate da mali secolari, che l’umanità avrebbe strumenti per impedire, da stragi di innocenti uccisi dalla fame e dalla sete, da mali endemici, dalla violenza di torture e guerre. Dell’ecatombe nessuno si può assolvere, ma come tutte le vicende della vita esistono varianti di responsabilità: indigna che si macchino del crimine regimi dittatoriali, razzisti, ma è inaccettabile che la tragedia di milioni di morti coinvolga Paesi democratici, in gran parte del mondo occidentale. Lo attestano almeno due ‘casi limite’. Uno è di vecchia data e dolorosamente attuale. Il numero di corpi senza vita sul fondo del Mare Nostrum condanna forme estreme di razzismo, ovvero il peggio del mancato rispetto dei diritti umani, ma le vittime sarebbero infintamente di più senza le centinaia di salvataggi operati dalle navi umanitarie. Le Ong, in vista di nuove tragedie del Mediterraneo, provano a scuotere la tremenda inerzia dell’Europa e dell’Italia, “prive di un meccanismo istituzionale, coordinato di ricerca e soccorso che abbia come scopo primario quello di salvare le persone”. Destinatario dell’appello è il premier Draghi e per suo tramite la Comunità europea, mentre il Mediterraneo continua a far vittime di migranti. Di segno parallelo e perfino di dimensioni più tragiche è il comportamento del mondo dei privilegiati, di Paesi economicamente avanzati, che assistono quasi imperterriti all’olocausto Covid subìto dal mondo delle povertà, in ginocchio anche prima della pandemia per storiche carenze sanitarie, che alimentano la strage e la moltiplicano nell’impossibilità di contrastare il virus. Un mondo incapace di opporsi all’egoismo delle straricche multinazionali, che producono e vendono vaccini anti Covid per elevare alla massima potenza i profitti, è un mondo da destrutturare e rifondare, da sottrarre all’indegno cinismo, che condanna i poveri del mondo a pagare il prezzo di milioni di uomini, donne, bambini, uccisi dal coronavirus.  Il gigante Pfizer, uno dei mega produttori del vaccino omonimo, domina il mercato dei farmaci. Per farsene un’idea: è incalcolabile il profitto delle vendite del suo Viagra (12 pillole $61,94 / 96 pillole $ 363) e in tema di pandemia, il ricavo delle forniture al mondo intero del vaccino anti Covid è previsto in 15 miliardi di dollari. Costo iniziale 12 euro per dose, già tanto, poi due aumenti a 15, 50 e 19,50 euro, identica strategia commerciale del marketing, che lancia un prodotto a costi promozionali e quando ha conquistato il mercato aumenta il prezzo. Nel ‘caso’ vaccini non si tratta di caramelle o biscotti, ma di tutelare la salute mondiale e la Pfizer non ha certo bisogno di fare profitti con la pandemia. Il suo fatturato è infatti di 51,75 miliardi di $ (anno 2019) e l’utile netto di 16,27 miliardi. Ma poi, stride la sproporzione con il prezzo di 1,78 euro a dose del vaccino di pari efficacia AstraZeneca. Giustizia e solidarietà: in nome di questo binomio il mondo potrebbe rimborsare la Pfizer delle spese di ricerca del vaccino e ottenere di liberalizzare il brevetto, per consentire di fornirlo a costo zero ai Paesi poveri, all’intera umanità.

Ps. Il gruppo farmaceutico Pfizer è il più grande del mondo nel settore della ricerca, della produzione e della commercializzazione di farmaci. Nel 2009 si è dichiarata colpevole della più grande frode nella storia della sanità degli Stati Uniti. Ha ricevuto la più grande sanzione penale mai riscossa, per aver  commercializzato illegalmente quattro dei suoi farmaci e ha effettuato test per farmaci molto pericolosi sulle popolazioni nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Africa.

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