Il ‘caso’ Ursula e Laura

È abuso di comparazione o è giusto confrontare due ‘casi’ del tragico permanere di stolta inciviltà della razza umana? Il truce numero uno della Turchia, Paese privato dei fondamentali della democrazia e il commissario delle Comunità europea, che per appartenenza a un consesso civile dovrebbe conoscere e mettere in atto il decalogo del ‘Galateo’, hanno rappresentato con l’evidenza colta dalle telecamere la vergogna del sessismo imperante, elemento di trogloditismo purtroppo diffuso nel mondo, pari al vulnus del razzismo, di ogni discriminante sociale, di violenza neocolonialista. Ignobile, per nulla involontario, lo sgarbo subìto da Ursula von der Leyen, a cui ad Ankara, hanno negato una delle due poltrone disponibili per un confronto a tre, responsabili il dittatore Erdogan e il collega Michel. La ‘pesante scortesia’, molto somiglia al comportamento incivile di un ragazzo, che nel pieno del vigore fisico, seduto nella metro, non cede il posto a una vecchia signora con i capelli bianchi, in precario equilibrio per deficit di stabilità da vecchiaia. Il disonorevole nesso con il comportamento di Erdogan è ben più significativo se osservato dalle nostre parti con la violenza dei social, che hanno twittato insulti di inaudita violenza a commento della tremenda notizia di Laura Boldrini aggredita dal cancro. La feccia umana ha pubblicato, come rivelano le agenzie di stampa: “Magari crepa”, “Dopo tanti auguri qualcuno va a segno, chissà, per un po’ ce la togliamo dalle balle” “…Gesù non dimentica, tutto torna indietro quando si fa tanto male alle persone”. E così altre mascalzonate. Il male fatto alle persone, e quali, dove, quando? Forse le battaglie per i diritti delle donne, per la giustizia sociale, la tutela di essere di sinistra, l’aver presieduto al femminile la Camera dei deputati? Un post rimosso, ma dopo aver circolato impunemente: “Sgozzata da un nigeriano inferocito, questa è la fine che deve fare per apprezzare le usanze dei suoi amici”. La ferocia di questo insulto campeggiava nel fotomontaggio, pubblicato, della testa insanguinata della Boldrini, da tempo vittima di manifestazioni di odio. Attivisti del  Movimento Giovani Padani della Lega, chissà in che misura gradito al loro gran capo ‘carrocciaro’ di Pontida, hanno dato alle fiamme in piazza un fantoccio con le sembianze dell’ex presidente della Camera. In passato l’augurio di essere stuprata ricevuto da leghisti. Salvini, quando la Boldrini presiedeva la Camera: “È il nulla fatto donna”. Da sinistra: “I suoi insulti triviali, pieni di razzismo, i suoi pregiudizi, pieni di veleni, lo mettono fuori dai confini della Costituzione repubblicana ed antifascista”. E invece, lo ritroviamo a dialogare con Letta, alla pari, e osserviamo che Draghi, dopo aver condannato l’atto d’irrispettosa inciviltà di Erdogan nei confronti della von der Leyen, ha sprecato il consenso con la postilla “ma non ne possiamo fare a meno”. Si capisce perché la cultura del rispetto per la donna è ancora una pura chimera?

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