Jane

Evidente, il gossip nel mondo, e nel nostro piccolo in Italia, è un segmento dell’economia non secondario. Primi usufruttuari del pettegolezzo amplificato dai media sono uomini e donne che traggono dalla visibilità a qualunque prezzo la propria fonte di successo, il seguito di follower e ritorni in denaro. Celebrità del giornalismo, conduttori di format ad elevato indice di ascolto in virtù (virtù?) di racconti e confessioni di attori/attrici comunque di persone, che rimbalzano da un pomeriggio televisivo a periodici ‘scandalistici’, alimentano il protagonismo delle loro ‘vittime’ consenzienti con colorite intromissioni nella vita privata e pubblica. “X è incinta, ma di chi?” Ecco un classico del giornalismo trash e l’altro “Abbiamo scovato Tizia in appassionata intimità con Caio, all’insaputa di Pinco, che a sua volta era a letto con Pallina”. Soggetti evidentemente felici delle intrusioni, spesso inventate, cioè fake news, non solo non le contestano. In molti casi le sollecitano per accontentare la morbosa curiosità dei loro fan.

C’è ancora chi crede al racconto di una stellina del cinema, che per una cocente delusione d’amore dice di aver ingerito un intero tubetto di sonniferi e che l’ha salvata in ‘zona cesarini’ l’amica del cuore’? È verosimile che la spallina di un’attrice emergente vada giù per caso, fino a scoprire un seno, magari generosamente rifatto? E mister sciupafemmene, ovvero il bel fusto, che reclamizza boxer grandi firme, è maliziosamente sospettato di tendenze omosessuali, perché ‘fa ascolto’, perché è tanto trend da qualche tempo, sicché non c’è programma d’intrattenimento senza un esplicito gay? Che dire della cinematografia contemporanea, che in percentuali bulgare inserisce, a sproposito, scene di sesso perché chi ne fruisce le unisca al dossier virtuale sulle qualità amatorie dei divi preferiti? Sono notti di sonno profondo quelle di chi trasforma in realtà il tradimento televisivo di un commissario di polizia amatissimo dal pubblico femminile? A quando il redde rationem terminale di Harry e Megan con l’immortale Elisabetta? Sono domande indotte dalla notizia on line sullo stato di prostrazione di una venerata star del cinema mondiale, la fascinosa Jane Fonda, di anni 83: confessa (e sarebbe gratificante se spiegasse perché), di non soffrire più di tanto la mancanza di intimità con l’altro sesso. Jane, nella sua dimensione di battagliera femminista e portabandiera di valori fondamentali come la parità di diritti a prescindere dal colore della pelle, piace ricordarla diversamente, con le manette ai polsi, mentre la contestata polizia trumpiana la trascina in carcere per aver protestato contro il brutale, assurdo omicidio di un nero. Tre matrimoni nel suo percorso sentimentale e la notizia ‘eccitante’, a parere di chi l’ha pubblicata, è nella motivazione dei tre matrimoni falliti con Roger Vadim, Tom Hayden e Ted Turner “Finiti perché non ero veramente capace di entrare in intimità”. L’attrice, in età da priorità vaccinale dice anche: “Non sono in cerca di un uomo, tanto meno di una relazione puramente basata sul sesso, non sento la mancanza di questo. Certo che ho delle fantasie. Immagino di incontrare un uomo che sia un professore o un ricercatore, un uomo che sappia amare realmente, che sappia valorizzare una donna. Il problema è che me lo immagino più giovane. Vorrei un uomo con qualche anno in meno di me”. Inevitabile andare a ritroso nell’archivio della memoria e ricordare il ‘caso’ di Paola Borboni, che, novantenne, si diceva appagata dal rapporto, anche sessuale, con un marito di oltre quarant’anni più giovane.  Le vestali e celebranti di questo mondo da tv commerciale (e non) pomeridiana? D’Urso, De Filippi, Venier, eccetera, eccetera, conduttori al maschile loro emuli, settimanali tutto sesso e corna, poligamie, infedeltà. Sorprende la rinnovata scoperta dell’Italia maglia nera per diffusa incultura?

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