PONTE SULLO STRETTO / TORNA ALLA CARICA IL COLOSSO WEBUILD

Webuild parte alla carica per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, il faraonico progetto già vagheggiato dal terzo governo Berlusconi.

Il colosso nato dalla fusione delle due star delle costruzioni, Salini e Impregilo, ha appena mandato in rete, via Facebook, un video di due minuti, titolato “Ponte sullo stretto di Messina, un’infrastruttura essenziale per il futuro del Paese”.

Di tutta evidenza Webuild intende cavalcare l’onda lunga del successo per l’installazione del nuovo Polcevera a Genova, che ha preso il posto del ponte Morandi.

Le fanfare del gruppo fanno sapere che la mitica opera potrà “rilanciare lo sviluppo del Sud Italia”, dando lavoro a ben “118 mila persone” e attirando verso il nostro Paese “il commercio mondiale che gravita nel Mediterraneo”. Un’occasione da non farsi sfuggire.

Nella clip si parla di un ponte “con campata unica più lunga al mondo”, pari a 3.660 metri, torri da 399 metri e 4 cavi per una lunghezza totale di 5 chilometri. Cifre da guinness di tutti i primati.

Il progetto a campata unica, del resto, è proprio uno di quelli presi in considerazione nel ponderoso studio che sta portando a termine la commissione ad hoc costituita presso il ministero delle Infrastrutture. Come si vede, quindi, la questione torna di attualità e dovrà essere vagliata dall’esecutivo Draghi e in particolare dal ministro Enrico Giovannini. Ad opporsi con forza alla riedizione del progetto solo i 5 Stelle, che giudicano del tutto campato per aria – è il caso di dire – parlare, oggi, di Ponte sullo Stretto, presi come siamo da tante emergenze.

La questione è forse tornata in auge – sono non pochi a sospettarlo – perchè Matteo Renzi l’aveva segnalata tra le priorità nel memorandum presentato a Giuseppe Conte prima delle dimissioni. Eppure l’opera non può essere finanziata con i soldi del Recovery Fund, visto che possono essere presi in considerazione solo i progetti ultimabili entro il 2026; mentre per il Ponte sullo Stretto i tempi sarebbero molto più lunghi.

La storia, comunque, è vecchia, visto che venne già costituita una società oltre 15 anni fa, la “Stretto di Messina spa”, che oggi è ancora in vita ed anzi vanta pretese economiche per i danni che avrebbe subito dallo stop al progetto.

E chi fa causa e batte a soldi? Le due protagoniste di quella società, vale a dire Parson Transportation Group (all’epoca project manager) e – arieccola – Impregilo, allora general contractor.

Quell’Impregilo che adesso – sotto i vessilli della nuova Webuid – torna alla carica. Con una mano, quindi, chiede i risarcimenti allo Stato e con l’altra l’affidamento dei nuovi lavori!

E Webuild è oggi protagonista di un altro ‘affaire’: ossia la tribolata e super contestata acquisizione di una big del settore, Astaldi. L’operazione è finita anche sotto i riflettori della magistratura per una serie di anomalie non da poco.

La Voce ha ricostruito tutta la complessa vicenda in un’inchiesta del 15 gennaio scorso, titolata “Il neo colosso Webuild-Progetto Italia / La grande anomalia fin dalla nascita”. La potete leggere cliccando sul link in basso.

 

IL NEO COLOSSO WEBUILD-PROGETTO ITALIA / LA GRANDE ANOMALIA FIN DALLA NASCITA

 

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