ISRAELE / UNA CATASTROFE AMBIENTALE. MA NON SI DEVE SAPERE

Il più grande disastro ambientale da vent’anni ad oggi sta devastando praticamente tutta la costa israeliana.

Ma la cosa non si deve sapere, la notizia non deve trapelare.

Ed infatti i media occidentali la stanno oscurando in modo appropriato.

Ecco quel che succede. 170 chilometri di litorale che va da Haifa fino ad Ashkelon (sul totale di 190 dell’intero Paese) sono invasi dal catrame, causando una catastrofica moria di pesci.

Per cercare di ripulire sono impegnate anche le truppe dell’esercito.

Non si sa altro. Né si conosce alcun ulteriore dettaglio. Non si sa sia successo un mese o una settimana fa, non si sa cosa abbia prodotto tale devastazioni, quali siano le cause, chi i responsabili.

Pare trattarsi di gigantesche fuoruscite di greggio da una o più petroliere: non si sa da dove partire e verso quale destinazione dirette, né quale bandiera battessero.

Un’ammissione solo dal ministero per l’Ambiente: “il catrame sta contaminando le spiagge”.

Ma c’è di più. Secondo Fox News, un giudice israeliano ha emesso “un ordine di bavaglio”, affinchè nulla trapeli. Con ogni probabilità per coprire i responsabili.

Contro il bavaglio si scaglia Maya Jacobs, il coordinatore della Ong israeliana ‘Zaul’. “Le compagnie che provocano i danni ambientali, come quelle petrolifere e di navigazione, sono molto legate al governo Netanyiau”.

 

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