Il premier? “Giuseppi”, “Avvocato Conte”

Merce di scambio, una ‘cosa’ da baratto, un sette ‘bello’ da regalare all’avversario per scongiurare il peggio di un paio di possibili scope con la scelta di giocare una scartina. È Conte il soggetto-vittima della farsa drammatica messa collettivamente in scena e peggio di quanto farebbe la mediocre filodrammatica dei mestieranti dell’italica partitocrazia. È il docente di Giurisprudenza inventato premier per sottrarsi all’imbarazzo di non saper scegliere di meglio; è il premier bis che ha tenuto la barra della navigazione nella giusta rotta nel mare agitato dell’incompatibile bicolore gialloverde e poi fendendo i marosi del patto tra diversi dell’esecutivo giallorosso. È l’infaticabile, tenace, indefesso nocchiero, che anziché dirigere la nave verso porti comodi e accoglienti, di dove muovere per progettare il futuro del Paese, ha dovuto fronteggiare l’impatto con la maledizione satanica del Covid, tsunami di potenza devastante. All’inevitabile imperfezione del contrastare a un nemico che usava armi sconosciute, ad alto potenziale distruttivo, il premier si è opposto con tutto sé stesso, senza un giorno di riposo, impegnandosi con la tenacia del neofita, consapevole di dover corrispondere all’impegno di armonizzare una compagine di governo tutt’altro che coesa.

Stralcio dallo scritto di un autorevole opinionista, a partire dal titolo omologo della velenosa ironia dei destrofili: “…Gli acrobatici 17mesi del Giuseppi di sinistra”. Ebbene, ‘Giuseppi’ è frutto della gaffe del troglodita Trump, per fortuna annientato, e il ‘di sinistra’ è una stramba, quanto incomprensibile licenza giornalistica dell’autore del titolo. Conte di sinistra? Nel corpo dell’articolo si legge ‘viene un po’ di nausea…ma soprattutto riesce impossibile dare un senso all’avventura del secondo Conte, di un Ex Nessuno…”. Il sarcasmo insito è davvero simile allo sgarbo istituzionale di Meloni-Salvini,  che in parlamento, nell’insultare Conte, non si sono rivolti al ‘loro’ presidente del Consiglio, ma all’ ‘avvocato Conte’. Nel corpo dell’articolo sulla ‘crisi più pazza’ del mondo (mica così pazza se ha segnato la fine dell’ignominia di Salvini al governo, ndr) il Giuseppi bis (di nuovo Giuseppi, ndr), è bollato come ‘trasformismo con destrezza’ (una specie di gioco delle tre carte, del ‘questa vince, questa perde’? ndr), …attaccato con lo sputo anti Salvini (sic!!!) in versione post-Papeete, come dire mojito e Fratelli d’Italia al cubo” (Boh?, per capire ci vorrebbe un interprete, ndr). Conte, il direttore di un’orchestra che non ha suonato proprio all’unisono, ha dovuto rimediare a stecche e stonature e le ha in gran parte corrette, a fatica, nello scritto è descritto come “elemento stabile del paesaggio, con quel nasetto all’insù, il ciuffo piacione…quel bagliore di furbizia negli occhi”, eccetera, eccetera.

Sfogliate on line i quotidiani di oggi. Il poco trascritto di un articolo, che prosegue l’ormai abituale mitragliata ad alzo zero su Conte e il suo esecutivo, non lo troverete nelle righe velenose dei quotidiani di destra, per esempio in ‘Libero’, o nel ‘Giornale’, ma nelle pagine interne della testata confindustriale incamerata di recente dal potente gruppo editoriale di Agnelli.

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