Dopo l’inchiesta, cosa?

Per gli onesti di questo nostro Paese, che in larga misura ha mandato in soffitta l’etica, presupposto fondante di comportamenti obbligatori per chi riveste ruoli istituzionali, c’è attesa impaziente per conoscerei tempi e i modi, se sono stati programmati, di un nuovo exploit dell’insostituibile ‘Report’, capofila del giornalismo d’indagine informativo, collocato non a caso nel palinsesto di Rai 3, bersaglio di velenosi attacchi della destra, perché soggetto frequente delle inchieste condotte prima a firma della  Gabanelli e da qualche tempo di Sigfrido Ranucci (per fortuna protetto dalla scorta). L’attesa, è per un’‘inchiesta sulle inchieste’, per soddisfare la legittima curiosità di chi segue abitualmente il programma sulle conseguenze giuridiche delle denunce. In poche parole, scoperta una truffa, un episodio di corruzione, una magagna con conseguenze sul bene comune degli italiani, resta in   sospeso la notizia sull’esito giudiziario, ammesso che le Procure se ne facciano promotrici.

La richiesta ha un nesso con l’attualità, con il rabbioso tentativo di Fontana, da qualche giorno anche della rediviva Moratti, di addebitare al governo, agli organismi scientifici delegati al contrasto antiCovid il rilevante danno economico provocato dalla definizione di ‘zona rossa’ assegnata alla Lombardia. La collocazione, come ha dimostrato l’Istituto Superiore della Sanità, è stata decisa in base ai numeri forniti dalla regione di contagi, ricoveri in terapia intensiva e deceduti, cioè nel rispetto dei parametri del protocollo. La modifica in ‘zona arancione’ è stata decisa in seguito valutando i dati migliori forniti dalla Lombardia, come certificano le comunicazioni via e-mail. Ranucci ci torni su, per mettere fine alle farneticazioni di Fontana a discolpa dell’errore commesso, ma vada oltre, ci informi sull’attivazione degli inquirenti, se c’è stata, per dare concretezza alle inchieste sull’acquisto di protezioni sanitarie (camici) della Lombardia pagati all’azienda del cognato di Fontana e di cui è socia la moglie, sul bailamme di consulenze affidate a familiari, sulla decisione scellerata di ricoverare malati di Covid nelle Rsa, con la conseguenza di decine di decessi tra gli anziani.

L’augurio per il lavoro dei coraggiosi redattori di Report è di mobilitarsi per soddisfare la legittima domanda di verità sulle auspicate sinergie tra la Giustizia e il supporto, non richiesto, ma probante del giornalismo d’inchiesta.

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