Senza un ciao, via dalla White House con la valigetta nucleare

La coppia perfetta che ha occupato abusivamente la Casa Bianca, si è rifugiata in Florida, dove svecchia più o meno serenamente la generazione di americani over…danarosi, perciò in gran parte trumpiani, razzisti ma con l’eccezione riservata ai migranti cubani sbarcati negli Usa per velenosa ostilità verso chi ha liberato l’isola dalla dittatura. Certo l’embargo, tracotante ritorsione dell’imperfetta democrazia americana a prevalente trazione repubblicana, ha impoverito Cuba, ma non ha intaccato la sua esemplare interpretazione del welfare, i comportamenti opposti alla politica classista americana, il rispetto rigoroso dell’eguaglianza nell’offerta dei servizi collettivi fondamentali, primo fra tutti la migliore e gratuita tutela della salute. Fece scalpore l’idea realizzata del regista Michael Francis Moore che portò nell’isola cittadini americani con gravi malattie trascurate per anni dal sistema sanitario americano, patologie conseguenti all’attentato dell’undici settembre alle torri gemelle. Moore riportò i malati in patria curati alla perfezione dall’eccellenza della medicina di Cuba.

Immaginiamo il fastidio dei Trump per la vicinanza dell’isola comunista alla Florida, con l’aggravante di dover reprimere, una volta defenestrato, l’idea di far ingoiare Cuba dall’Oceano affondandola con un paio di missile armati con ordigni nucleari. A proposito: i Trump hanno sloggiato dalla Casa Bianca con la spocchia dei loro simili, che snobbano le norme più elementari del galateo. Hanno sbattuto la porta senza un ciao e un grazie al personale. Via così e un nuovo, duplice atto di prevaricazione, la minaccia “torneremo presto”. Il tycoon e la sua non meno supponente Melania, hanno disertato l’evento che affida a Biden il futuro del Paese e sono sgattaiolati dalla White House trafugando la ‘valigetta nucleare’, che custodisce i codici per il lancio delle testate nucleari, decisione che spetta in esclusiva al presidente degli Stati Uniti. La fuga alla chetichella da Washington dei Trump ha impedito la consegna a Biden e la ‘novità’ dell’ultima giornata del tycoon ha richiesto grande attenzione in tema di sicurezza, nel tempo necessario alla riconsegna della valigetta, via corriere militare. In quel contenitore c’è infatti l’ipotetica minaccia di morte per molti milioni di persone, la facoltà del presidente di pigiare su ‘on’ del dispositivo di lancio, con il conseguente pericolo, che un capo dii Stato fuori di testa, magari malato di megalomania sovranista, ‘nero’ per il licenziamento e le procedure di impeachment, qual è il tycoon, sia in possesso di uno spaventoso potenziale distruttivo.

Di là dalla scenografia hollywoodiana, un pochino kitch per le nostre sensibilità storico-culturali, la consacrazione di Biden, il suo discorso di buona densità democratica, fa sperare in un futuro di amicizia collaborativa dell’Europa con gli Stati Uniti e in una prospettiva anti-sovranista mondiale.

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