Vaccino e ‘nobili’ priorità lombarde

Non tutti i giorni, che peccato!”, il nostro lavoro di narratori di quel che avviene nel mondo, ma principalmente in Italia, è defatigante, nel senso che notizie inaspettate, insolite, stimolanti, lo agevolano e rendono semplice.  La regione Lombardia, ‘motore economico’ del Bel Paese, soprattutto perché insiste nell’area strategica a ridosso dei potenti d’Europa, è anche terra di storici e recenti scandali, oltre che terreno di conquista delle mafie in assenza di un sistema antagonista adeguato, in alcuni suoi gangli pronta a ospitare le immense fortune da riciclare delle ‘ndranghete. La Lombardia è sgovernata da anni, dal tempo della tangentopoli, poi dai suoi eredi del Carroccio, da corrotti e corruttori in quantità da record. Per non andare lontano nel tempo e limitarsi al presente, è in corso la tragicomica attualità del governo leghista, affidato a un incapace che ha contribuito per palese incapacità al primato per numero di contagi e decessi da Covid, nonché indagato per aver avallato l’acquisto di materiale sanitario dall’azienda di cui sono soci la moglie e un cognato. Il lungimirante Fontana si è circondato di soggetti che non avrebbero potuto amministrare neppure il Comune di Roccannuccia di Sotto. Per non infierire su recente licenziato ci risparmiamo la citazione delle nefandezze compiute dall’assessore Gallera. Dal cappello a cilindro di prestigiatore da fiera paesana la destra a trazione leghista ha  pescato l’erede del suddetto assessore e da polverosi archivi lombardi ha tirato fuori il poco di attendibile rimasto nel baule delle anticaglie. A riscattare l’ignominia di Gallera dovrebbe pensarci il sangue blu di Letizia Maria Brichetto, Arnaboldi, che vanta la discendenza da  Emilia Mimina Ajroldi Arnaboldi, figlia della contessa Beatrice Bice Arnaboldi Cazzaniga e del barone Paolo Ajroldi di Robbiate. Non è difficile capire perché un attimo dopo l’insediamento nell’assessorato del welfare (e alla vice presidenza) la vedova del petroliere Moratti abbia esternato il nobile pensiero sulla priorità della Lombardia nella vaccinazione anti Covid,  ‘Perché regione con un più alto Prodotto Interno Lordo”,  concetto, che tradotto nella lingua di noi poveri borghesi,  equivale al ‘prima ai ricchi’, idea molto leghista e non poco razzista. Il giustificato putiferio cagionato da questa balorda sortita, ha ricevuto l’eco che merita di insulti, ma anche l’assoluzione di un quotidiano che, fosse autorizzato dal papa, proporrebbe la beatificazione di Berlusconi, la santità di Salvini, l’assunzione al cielo della Meloni, ovviamente in paradiso. Il Giornale: “No, la Moratti non ha mai detto di dare il vaccino alle Regioni più ricche, la sua frase è stata decontestualizzata (???, ndr). Il quotidiano ce l’ha con i sempre pronti commentatori social e da salotto (così definisce cioè i giornalisti delle principali testate della carta stampata, di Tg e Gr che, hanno riportato la ca…ata della Moratti e in sintesi l’hanno definita così: “Sulla salute non si accettano discriminazioni. Fare peggio di Gallera pareva impossibile, ma lei può farcela eccome”. La rabbiosa reazione del ‘Giornale’: “Accelerazione nella distribuzione dei vaccini in una Regione densamente popolata di cittadini e anche di imprese, che costituisce una dei principali motori economici del Paese. In sostanza il concetto non è quello di dare più dosi alle Regioni ricche, ma se si aiuta la ripresa della Lombardia, si contribuisce in automatico alla ripresa dell’intero Paese. L’intento è quello di dare una fattorizzazione matematica (che lingua è ???, ndr) alla richiesta di mettere in sicurezza le attività produttive, auspicando l’accelerazione delle vaccinazioni”. Sarebbe impossibile elaborare una più convincente conferma dell’infelice dichiarazione della Moratti. L’autogol del ‘Giornale’ è perfetto.

Ed ecco perché a volte il giornalismo è proprio un bel lavoro, reso agevole da ‘casi’ come questo esaltante esordio politico della nobile assessora.

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