BARBARA PALOMBELLI / TUTTO FINISCE IN BOURLA…

Vola sempre più in alto la Palombelli nazionale.

Raggiunge uno dei suoi massimi storici narrando una vera storia da libro Cuore. O meglio, da neo copione Schindler’s list, l’epopea del tedesco buono che evita i forni hitleriani a migliaia di esistenze. O delle mitiche imprese di Gino Bartali, che non solo tagliava i traguardi di montagna ma pensava a salvare le vite di tanti ebrei.

Nel suo salottino di Rete 4, infatti, lady Barbara manda in onda un servizio sui vaccini griffati Pzifer, i primi al mondo, e soprattutto, sul vero autore del miracolo, Albert Bourla, un ebreo doc.

“Vi vogliamo raccontare una bellissima storia”, esordisce con una lacrima sul viso. Ambientata tra ferrovie ai tempi nazi, vagoni zeppi di ebrei, visi terrei e ghigni feroci.

Di Bourla, in giro, c’è un sosia, o meglio un clone, un gemello perfetto. Nel cui cervello frullano (ricordate Paperone e i dollaroni?) solo montagne di dollari.

Come quelli che ha guadagnato in un baleno, il giorno stesso in cui veniva annunciato al mondo trepidante il battesimo ufficiale del vaccino Pfizer. E lui, il Capo, il Ceo, quatto quatto vendeva una paccata milionaria di azioni che il giorno dopo valevano 10 volte tanto.

Un vero salvatore, l’ottimo Bourla. Non di vite ma di valute.

Perché non invitarlo come guest star alla prossima?

 

nella foto Albert Bourla

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