ALIBABA / INCHIESTA DELL’ANTITRUST E CRAC IN BORSA

Bufera in vista per Alibaba Group, il colosso cinese partito dall’e-commerce e oggi in grado di spopolare in altre settori strategici, come la logistica e i social media.

Un brutto tonfo in Borsa ha fatto perdere ben 3,6 miliardi di dollari. Un buon 8,1 per cento sul valore patrimoniale che resta comunque gigantesco, pari a 57,6 miliardi di dollari. Più sensibile il default al Nasdaq, con un significativo meno 13,3 per cento.

Forse solo la prima di una serie di perdite, visto il clima non certo sereno con le autorità cinesi.

Il giorno precedente al crollo, infatti, è stato annunciato l’avvio di un’inchiesta dell’Antitrust cinese, che accusa Alibaba di esercitare una posizione di monopolio.

Sotto i severi riflettori gialli c’è anche la strategica controllata ANT Group, che coordina tutti i servizi finanziari del colosso.

Il clima si è fatto pesante dopo le critiche espresse da Jack Ma, il fondatore e animatore di Alibaba, nel corso di un convegno che si è svolto il 24 ottobre scorso, con un attacco al sistema bancario cinese.

In precedenza era sempre stato più morbido, ammiccante col potere, ma fino ad un certo punto. All’ultimo summit di Davos del World Economic Forum così Jack Ma si era descritto: “La mia filosofia è di essere sempre innamorato del potere ma di non sposarlo mai”.

Commenta oggi un grosso esperto di fatti cinesi, Bell Bishop, autore di ‘Sinocism’, un sito tutti incentrato sulle problematiche cinesi: “Così ragionano i potenti della Cina: a noi non importa quanto tu sia ricco o quanto voglia diventare ricco: perché noi ti possiamo levare il tappeto sotto ai piedi in qualsiasi momento”.

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