Onda su onda

Ha sempre la meglio il dio denaro. Con numeri pericolosamente alti di positivi e vittime del Covid, il Natale delle ‘tredicesime’ spazza via quasi del tutto la severità del protocollo sicurezza e nel tambureggiare dei telegiornali monopolizzati dal coronavirus si propone all’amara riflessione degli utenti l’incoscienza di quanti avrebbero il dovere di tenere in vita le restrizioni, almeno fino quando sarà completata la decisiva operazione, che si spera decisiva, della vaccinazione. La Milano martoriata dal Covid, triste primatista di contagiati, è apparsa nella sua veste di città leader dell’economia italiana, con redditi medio alti che hanno sofferto la clausura, impediti a fare shopping, a frequentare coffee hour, ristoranti e discoteche, negozi di via Montenapoleone, la prima della Scala, territorio di Vip in abiti d’alta sartoria e ricchi a qualunque titolo. Impressionante la marea umana che si è riversata in strada, In un impeto di tolleranza si potrebbe giustificare la febbre della ‘libertà ritrovata’ dei cittadini, ma, considerata l’entità  dalla virulenza  pandemica  non è ammissibile che la politica, in accordo con le eccellenze della scienza di settore, non sentano la responsabilità di rischiare una terza, micidiale ondata di contagi e morti. Il sistema dell’informazione ci mette del suo e sottovaluta o addirittura la realtà mondiale, a distanza abissale dalla sconfitta del Covid. In particolare sono appena accennate le notizie che filtrano da Paesi come il Giappone, dove l’allentamento delle precauzioni  infligge un nuovo vulnus alla salute con il ritorno invasivo del coronavirus. L’egocentrismo della politica, teso a non perdere consensi delle categorie sociali ‘forti’, per esempio dei comparti produttivi di industria e commercio, è alla base della pressione esercitata dai governatori di alcune regioni per strappare al governo l’ok a sbiadire il colore delle restrizioni, da rosso ad arancione e giallo. Si consente al numero uno del Pirellone, pluri-indagato, di vantare il miglioramento dello stato di salute della Lombardia (che comunque fa registrare ancora migliaia di positivi e tanti decessi), in cambio di riconoscenza poco ragionevole dei milanesi ‘produttivi’ e dell’élite meneghina. Furioso il sindaco Sala, a ragione. Quanto detto si può replicare, senza cambiare una virgola, per l’incosciente assembramento umano nelle strade di Roma. Preme sul governo il mondo della scuola ed è un ‘casus belli’ dalla duplice sfaccettatura. Nessun dubbio sul primato dell’apprendimento in presenza e dei suoi corollari determinanti per la crescita complessiva dei giovani, ma l’Italia è pronta a dismettere la scuola telematica? Lo nega un coacervo di problematiche. Mancano migliaia di docenti, la sanificazione di aule e spazi comuni non è affatto compiuta, il flusso di milioni di studenti che raggiungono gli edifici scolatici e tornano a casa comporta assembramenti pericolosi del trasporto pubblico, con il rischio di contagiare il Covid e trasmetterlo ai familiari. Con i numeri ancora preoccupanti di positivi è accertata la quasi impossibilità del tracciamento dei contagiati e l’app ‘immuni’ non sembra aver fornito risposte soddisfacenti. Pur se per eccesso di pessimismo: non è sciolta la riserva sulla panacea di tutti i mali dei vaccini. Sono ballerine le date della disponibilità globale, sono oggetto di discussione l’efficacia, la sicurezza della somministrazione, la durata dell’immunità. In due parole: meglio profittare della semi libertà di circolazione concessa dal governo o estendere il sacrifico delle limitazioni al tempo della sconfitta sicura del Covid?

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