TUNISIA / TRAFFICI DI RIFIUTI CON L’ITALIA

La Tunisia sta diventando la discarica d’Europa. E l’Italia è tra i protagonisti nella devastazione di quel territorio.

Il j’accuse arriva da diverse associazioni ecologiste tunisine ed in particolare dal presidente del Comitato per la lotta alla corruzione, Badr-al-Din-al- Qamoudy, che definisce quanto sta accadendo “una grande offesa per la Tunisia” che sta diventando “la discarica dei rifiuti europei quando il Paese non è ancora giunto a risolvere le criticità relative allo smaltimento e riutilizzo del propri rifiuti”.

E nei confronti del nostro Paese affonda: “Dall’Italia sono stati portati comuni rifiuti urbani e non rifiuti industriali, come si cercava invece di dimostrare. Le analisi di laboratorio hanno dimostrato che questi rifiuti costituiscono una minaccia ambientale poiché in alcuni campioni sono state rilevate tracce di zinco e mercurio. Questa è una vera e propria offesa per tutti i tunisini. Pertanto il nostro Comitato ha iniziato a svolgere indagini approfondite in merito all’accaduto. Il primo ministro in persona monitorerà i futuri sviluppi della vicenda”.

Va ancora giù duro: “Questo illecito non può essere stato posto in essere senza il benestare di alcune istituzioni, quali la dogana e il ministero dell’Ambiente. E’ curioso che la società tunisina che si occupava del trasporto di rifiuti italiani avesse un procedimento pendente con la dogana e il suo status giuridico non fosse identificato con precisione. Tuttavia le è stato consentito di riprendere l’attività. La società è persino riuscita ad ottenere una licenza per lo svolgimento delle operazioni di riciclo dei rifiuti sebbene non disponga delle strumentazioni necessarie a tal scopo. Gli ufficiali doganali hanno partecipato alla prima verifica del container. I risultati dell’analisi avevano dimostrato che per il 97 per cento si tratta di materiali plastici di origine antropica. Ma ora sappiamo che era una menzogna”.

Ed invece cosa è successo? “E’ emerso che i rifiuti contenenti plastiche rappresentavano solo il 70 per cento del totale”.

E poi: “La Direzione generale delle Dogane ha deciso di impedire al proprietario di disfarsi di 70 container, nonché ha vietato l’importazione di 270 nuovi container. La dogana ha invitato la società a riesportare la merce in Italia”.

Una ulteriore perizia indipendente ha confermato che i rifiuti non sono di origine industriale – come previsto dagli accordi – ma urbana. E’ severamente proibito esportare dall’Europa questa tipologia di ‘merci’ vero i paesi africani ai sensi delle norme del diritto ambientale internazionale.

Ramadan ben Omar, rappresentate del Forum tunisino per i diritti economici e sociali, ritiene che il governo tunisino debba inasprire in modo sensibile le pene relative agli illeciti in materia ambientale, colmando il vuoto normativo in cui si trova oggi il Paese.

E sottolinea: “Lo scandalo dei rifiuti italiani rispecchia l’inconsistenza dell’attuale sistema giudiziario tunisino che è basato più su lunghe pratiche burocratiche che su risposte rapide e concrete. Si sono dimostrati in modo evidente sia la portata della corruzione in seno all’amministrazione tunisina sia i tentativi di chi cercava meglio degli altri di fare a scaricabarile. Questa negligenza, questa impunità vanno contro la legge. Per poco abbiamo evitato una catastrofe ambientale nel nostro Paese. Queste situazioni non possono rimanere impunite. I colpevoli devono essere individuati e coerentemente puniti”.

Sia in Tunisia che in Italia, c’è da augurarsi.

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