HILLARY CLINTON / MAIL BOLLENTI CON I “FRATELLI”

Dal Dipartimento di Stato a stelle e strisce trapelano messaggi e mail che possono creare non pochi imbarazzi ad Hillary Clinton, non più candidata per la Casa Bianca ma comunque una potente influencer, col marito Bill, nella politica americana.

Ora anche in vista del voto per la Casa Bianca.

Ecco cosa scrive un sito statunitense: “Un nuovo, micro caso mailgate alla vigilia delle presidenziali Usa 2020. Il Dipartimento di Stato ha fatto uscire alcune missive in cui si dimostrerebbero i rapporti con la Fratellanza musulmana”.

Si tratta di email – viene precisato – dal “contenuto ambiguo”. “I leak – viene aggiunto – tendono a dimostrare il coinvolgimento di Clinton e dell’amministrazione Obama, di cui Hillary faceva parte come Segretario di Stato, nelle rivoluzioni mediorientali”.

Le famose (e famigerate) primavere arancioni, che hanno contribuito a destabilizzare e mandare totalmente in tilt i già precari assetti governativi in quei paesi, finendo di piombarli nella più totale anarchia, dove i paesi occidentali hanno avuto gioco facile per impiantare esecutivi fantoccio. Alla faccia della democrazia.

La Fratellanza – viene ricostruito da alcuni siti americani – è stata per esempio protagonista nel rovesciamento del sistema oppressivo del presidente Ben Ali in Tunisia, oppure Hosni Mubarack in Egitto sette anni fa, quando riuscirono a far eleggere un capo di Stato, Mohamed Morsi, poi rimosso appena un anno dopo dalla rivoluzione anti-islamista guidata dal generale Abdel Fattah al-Sisi.

In Arabia Saudita il fresco giallo delle mail griffate Hillary Clinton e rivelate dal Dipartimento di Stato sta rimbalzando con vigore.

I sauditi, infatti, hanno avviato una vera e propria infowar sul caso dei leaks: nella ricostruzione viene sostenuto che, tramite l’ex capo della CIA John Brennan, gli Stati Uniti avessero l’intenzione di aiutare Mohammed bin Nayef come futuro sovrano, tagliando fuori Mohammed bin Salman, l’attuale erede al trono che ha sgominato tutti i rivali, tra cui proprio bin Nayef.

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