Bianconeri in libera, illecita uscita

In casa Juventus, società che si vanta di un suo management disciplinato, legalitario, rigorosamente rispettoso del dettato di Lega e FGCI in tema di Covid, ma non altrettanto dell’invito alla prudenza del governo, spunta fuori un clamoroso inciampo, con la trasgressione alla disposizione della Asl torinese sull’isolamento fiduciario di sette giocatori bianconeri, che se ne sono fregati: Buffon e Demiral hanno ritenuto poco consona la clausura nell’hotel dove scontare il periodo di quarantena e sono tornati al comfort delle rispettive case. Nel solco delle affermazioni degli addetti ai lavori, che contestano il rigore delle norme “perché il calcio è un comparto rilevante dell’economia” e pretendono di esimere il loro mondo dalle restrizioni, i signori Betancur, Cuadrado, Danilo, Dybala, Ronaldo, preparato il trolley con gli effetti personali, hanno raggiunto le rispettive nazionali.  I sette magnifici menefreghisti sono stati segnalati alla Procura dalla Asl torinese. Chapeau!
Salvini deve stare in isolamento, a chiederlo è la Asl di Latina. Il 25 settembre a Terracina, il segretario del Carroccio, ha partecipato a un’affollata cena elettorale promossa da 70 suoi sostenitori e ritenuta un possibile focolaio di Coronavirus, dal momento che due partecipanti sono risultati positivi al test Covid-19. Il direttore della Asl: “Chi ha avuto contatti diretti dovrebbe stare in isolamento e fare il tampone”.
Ah…la destra, genia di mistificatori. Ha strepitato contro il “Che tempo che fa” di Fazio per aver ospitato Zingaretti in corso di silenzio stampa per il voto dei ballottaggi. E come dar torto alla protesta: peccato che l’accusa sia un clamoroso boomerang. Salvini e i suoi soci della destra hanno spregiudicatamente glissato sulla loro multipla presenza nelle reti televisive Mediaset in pieno silenzio pre-elettorale! Ma poi di che parla Salvini? Dalle indagini degli analisti si rileva che l’ex ministro del Carroccio ha totalizzato in due mesi 73 presenze televisive, pari a 24 ore. Altro dato: in 45 giorni ha occupato 676 minuti in Tg e talk show, contro i 301 del premier Conte e il quasi niente di Di Maio, Zingaretti, Meloni.
Divertente l’ironia di Salvini sul segretario del Pd: “Più compare, meno voti ne ricava”. Altro che ironia, la frase è un perfetto autogol. Se c’è uno che abusa di visibilità in Tv è proprio lui, lui che da qualche tempo accumula sconfitte una dopo l’altra e dunque ‘schermi pieni, urne vuote’. Il capo dei valpadani imperversa liberamente in tv (interrogazione Pd per la mancata vigilanza rai sul tema) e le piazze dove tiene adunate e comizi sono ovunque luoghi di contestazione, da Nord a Sud del Paese. A Genova, ultimo episodio, corteo contro Salvini e striscioni con l’ammonimento: ‘Fuori i razzisti dalle città’, ‘Genova antifascista’.
Uomo del calcio, da giocatore, poi da allenatore strapagato alla pari di colleghi multimilionari, Roberto Mancini, approdato ai fasti della nazionale, è tra gli addetti ai lavori che propendono per un quasi negazionismo della pandemia, allo scopo di restituire allo sport più popolare del mondo il diritto di alimentare il suo vorticoso giro finanziario, assimilabile alle imprese più opulente di altri settori. Di qui la polemica, sgarbata nei modi, discutibile nella sostanza, con Speranza, ministro della salute, che ha ‘osato’ affermare “La priorità è la scuola, non gli stadi”. Apriti cielo. Mancini replica: “Prima di parlare bisognerebbe pensare” (intendeva forse dire “come faccio io” paragonandosi a un membro dell’Accademia dei Lincei, della Crusca? nrd).  “Anche lo sport è un diritto (ma Speranza non lo nega affatto, ndr), io sono favorevole a riportare il pubblico negli stadi”. Dichiarazione da incosciente negazionista, esternata in piena ripresa della virulenza Covid.

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