Caso ‘Gregoretti’ rinviato a novembre

Con l’aria tronfia, che gli appiccica addosso l’attributo del peggiore insulto alla specie degli animali aggressivi (bestie) e di persone che si comportano come tali, il faccione di Salvini ha usato un vecchio giudizio della Procura di Catania, che aveva chiesto di archiviare le imputazioni di ‘sequestro’ aggravato  dei 131 migranti salvati dalla nave Gregoretti, per cantare vittoria  e anticipare quanto si dovrà accertare e cioè se il divieto di sbarco fu una decisione collegiale del governo. L’ex ministro ha semplicemente omesso di raccontare che il Giudice dell’Udienza Preliminare ha rinviato l’udienza al 20 novembre per sentire dai diretti interessati se, come sostiene, abbiano condiviso la decisione di segregare i migranti in condizioni igieniche e sanitarie di estremo disagio. A testimoniare saranno Conte, Di Maio, Toninelli, che hanno dichiarato a suo tempo di essere estranei al sequestro e il 4 dicembre Trenta, Lamorgese, l’ambasciatore Massari. L’ordinanza del Tribunale di Catania chiede di acquisire il materiale probatorio su altri blocchi degli sbarchi. Conte: “Riferirò tutte le circostanze di cui sono a conoscenza, in piena trasparenza come ho sempre fatto e come sempre farò”.
Salvini, intervistato, si è sostituito al magistrato inquirente e ha dato per accertata la corresponsabilità del governo giallo verde.
Impunibilità di casta?
Geniale il titolista del berlusconiano “Giornale”, da premio Pulitzer. Espressione di odio politico in puro stile leghista e visceralmente ossessionato da qualsivoglia riferimento all’‘opposto della destra’ il foglio in questione si unisce al coro dei ‘Processate anche me’ coniato dagli strateghi della propaganda pro Salvini e consegna ai lettori drogati da sovranismo e nostalgia canaglia per il Ventennio il seguente titolo: “Vergogna”, “Processateci tutti. Scontro tra leghisti e kompagni”. Compagni con il kappa! Manca solo che nel sottotitolo i creativi del giornale ammoniscano il popolo qualunquista, a cui si rivolgono, perché recuperi lo slogan anni ‘50 “i comunisti mangiano i bambini”. L’esito della campagna tambureggiante della destra schierata a difesa dell’indifendibile leghista, ha il suo preoccupante clou nella mobilitazione dei facinorosi, che molto somiglia al prologo di un colpo di Stato, in questo caso con l’intento di delegittimare l’indipedenza della magistratura. È questo l’invasione di Catania, dove il tribunale è chiamato a istruire il processo per ‘sequestro aggravato di persona’ di cui è imputato l’ex ministro. Un paio di domande: l’adunata di leghisti (adunata termine non scelto a caso) è stata pagata con una quota dei 49milioni della truffa allo Stato, da finanziamenti di operazioni illecite dei consulenti finanziari della Lega su cui indagano la Procura e le Fiamme Gialle? Si giustifica che la seduta del tribunale sul caso Salvini si svolga a porte chiuse? Il comma al riguardo: “Il giudice può disporre che il dibattimento (o alcune parti) si svolga a porte chiuse quando la pubblicità possa nuocere alla pubblica igiene, quando avvengono da parte del pubblico manifestazioni, che turbano il regolare svolgimento dell’udienza, o quando è necessario salvaguardare la sicurezza testimoni o imputati”. E allora, nel caso Salvini, perché? Il quesito di maggiore interesse è sostanziale. La magistratura impegnata nella decisione su Salvini sarà influenzata dai ‘processate anche me’? Della loro indebita ingerenza nell’indipendenza del tribunale avrà ragione la risposta della Catania democratica, che ricorda a Salvini e ai suoi ‘sudditi’ le ingiurie “Forza Etna”, “Terroni di merda”? Le quotazioni dei bookmaker sembra volgano a favore del numero uno del Carroccio. Fossero confermate, sanzionerebbero l’impunità di casta dei politici.
Maligna casualità? Il Covid sembra accanirsi con i leader mondiali negazionisti. Con Boris Johnson, il bielorusso Lukashenko (suggerì di contrastare il virus con bevute di vodka), il Trump della cura anti coronavirus con la candeggina…che in spregio ai pericoli di contagio ha consentito, sempre senza mascherina, raduni di fan privi di presidi di sicurezza. Incavolata, con il garbo di first lady è la moglie Melania, che dorme in letto separato e non fa mistero di essere in disaccordo con il negazionismo del marito. A proposito di Lukashenko. L’Unione Europea approva dopo due mesi di ‘studio’ le sanzioni a favore del popolo bielorusso, contro il ministro dell’interno, capi della polizia, magistrati, la commissione elettorale, per i brogli di cui è responsabile il governo, ma dall’elenco manca proprio Lukashenko, colpevole della repressione violenta delle contestazioni di piazza, con migliaia di arresti e cariche della polizia.

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