“Nero il colore, negro la razza”

Uno strafalcione per quanto grave da subcultura, passi, può capitare di inciamparci su. Due casi di razzismo verbale e di contenuto, amplificati dalle telecamere del programma spazzatura ‘Grande Fratello’, sono invece un chiaro esempio di recidiva senza scuse. Qualche giorno fa, il Fausto Leali della canzonetta di successo ‘A chi’, aveva meritato la contestazione mediatica degli internauti e non solo la loro, per aver elogiato le cose buone fatte da Mussolini (“Se fai nove cose buone e una cattiva verrai ricordato per quella cattiva, Mussolini ha fatto delle cose incredibili…delle cose buone per l’umanità…le pensioni…è andato poi con Hitler. Nella storia, Hitler era un fan di Mussolini”). Ora, Leali scatena un putiferio per la frase razzista rivolta al fratello di Balotelli, presente nella Casa dei reclusi GF: “Nero è il colore, negro la razza’, colpevole riferimento all’aggettivo usato con disprezzo dagli schiavisti e ancora oggi dal razzismo. Il fratello di Balotelli, con severa sobrietà lo ha contestato, sui social coro di proteste. Nel passato remoto del cantante c’è il titolo ‘Angeli negri’ della canzone da lui interpretata e testimonia la colpevole disinvoltura dell’uso dispregiativo del termine. La destrofila Iva Zanicchi, presente allo svarione razzista di Leali, ha perso un’altra occasione per stare zitta e lo ha difeso: “Quello che ha detto lo senti dire spesso”. Evidentemente si riferiva all’entourage della destra che frequenta.
Simpatia, solidarietà, ammirazione per la forza d’animo di Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna che ha lottato con coraggio e determinazione per aver ragione del tumore del sangue che lo ha colpito: tutto sciupato due volte dall’ex calciatore della Sampdoria, divenuto cittadino onorario del capoluogo emiliano per iniziativa del sindaco di sinistra della città. In ‘segno di riconoscenza’ Mihajlovic alla vigilia del voto per le regionali si è schierato pubblicamente per la candidata della destra. Ora commenta il sì alla presenza negli stadi del calcio di mille spettatori con una feroce critica al governo per la limitazione (“in altre situazioni, spiagge, aerei, movida, si sono verificati assembramenti senza controllo”. A far discutere è la frase: “Bonaccini (neo governatore dell’Emilia) coraggioso (ha consentito la presenza di mille persone nello stadio)…non sembra nemmeno di sinistra”.
È arcinoto a chi segue con frequenza gli eventi del calcio, che non sono infondati i sospetti su un ‘occhio di riguardo’ per la potenza nazionale della Juventus, emanazione del colosso Fiat. Troppi rigori e calci di punizione a favore, pochi contro. Chi se ne intende di pallone capisce subito come si può favorire una squadra quotata in borsa e intorno a cui gira un vortice di milioni. Nel campionato 2019/2020, per responsabilità dei vertici che governano il settore arbitrale, i direttori di gara hanno fischiato un numero inverosimilmente alto di penalty, in base alla norma per cui se un difensore colpiva il pallone, anche involontariamente, con mani e braccia ben aderenti al corpo, la conseguenza era comunque il tiro dal dischetto. All’assurdo si è corso ai ripari con effetto totalmente opposto. Ne hanno fatto le spese la Sampdoria – rigore negato per un fallo di mano in area dello juventino Bonucci – e il Napoli – fallo in area di Kucka, del Parma -. Var con la bocca tappata. Che dire, ricomincia la benevolenza arbitrale per la ‘signora del calcio italiano?

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