600 EURO AI 5 FURBETTI / MA C’E’ UN ESERCITO DI LADRI. E DI LEGISLATORI COLLUSI

Sceneggiata ferragostana.

5 ladri di polli presi con le mani nel sacco per rubare i 600 euro post Covid per le partite Iva.

La caccia al ladro di questa estate.

La solita arma di distrazione di massa perché gli italiani non prestino attenzione ai grandi furti di democrazia & di danari pubblici sulla pelle dei cittadini.

E tanto per tirare la volata al più fesso dei referendum che gli italiani si vedranno costretti ad affrontare a settembre sulla riduzione del numero dei parlamentari.

Attenzione al colossale inganno di cui nessuno parla, perché abbagliato dalle sirene antiCasta.

Non si tratta di un taglio su quanto finisce in modo vergognoso e – quello sì – ladresco, nelle tasche di tutti i parlamentari del nostro Belpaese. Ma di un taglio sul “numero” dei parlamentari stessi, che significa progressiva morte della democrazia rappresentativa.

In soldoni. Diminuirà il numero dei parlamentari, ma non diminuiranno (anzi forse aumenteranno) le spese che tutti gli italiani pagano per ogni parlamentare.

Una truffa vergognosa, contando forse sull’imbecillità ormai forse genetica dei nostri concittadini.

I quali non dovrebbero, invece, faticar troppo a distinguere tra “numero” e “spese”, come fa (o almeno dovrebbe fare) la classica casalinga di Voghera alle prese con le modeste entrate e uscite quotidiane.

Possibile che a nessuno (o comunque solo ad una minoranza) entri nella zucca che un conto è ridurre le vergognose spese che vengono da noi sborsate per tutti i parlamentari fannulloni; e un conto è ridurne il numero, che significa perdita di democrazia?

Per rendere il concetto. Un parlamentare becca 12 mila euro al mese; basta dimezzare il compenso, o quanto meno allinearlo alla media europea.

Invece, il compenso resterà inalterato (o addirittura aumentato, caso mai via bonus e spese), mentre verrà ridotto il numero dei parlamentari. Una follia allo stato puro.

Mente basterebbe dimezzare appunto (o allineare) tutti gli stipendi attualmente esistenti.

Semplice come bere un bicchier d’acqua.

Come è altrettanto semplice “leggere” nella truffa mediatica ora messa in piedi sui 5 parlamentari ladri.

Che vanno cacciati a pedate, non in base al codice penale, ma per un ovvio minimo decoro.

Altrettanto da cacciare a pedate le centinaia e centinaia di consiglieri comunali, regionali e amministratori pubblici che hanno ricevuto il bonus.

In galera tutte le partite Iva che incassano migliaia di euro al mese, in nero, e ingoiano pure i 600 euro. Non percepiti da quelli che ne avevano diritto.

Proprio come il reddito di cittadinanza finito a usurai, estorsori & mafiosi.

Da cacciare a pedate, soprattutto, i “legislatori” (sic), autori di una normativa che neanche nell’ex Congo belga si sarebbero mai sognati: pascoli per chi già guadagna da ingozzarsi per due vite, maglie strette per quelli che stanno uno schifo.

Vergogna.

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