DIBATTITO SUL CORONAVIRUS / DOMINA IL “PENSIERO UNICO”

Il dibattito sul Covid-19 è “soggiogato dal pensiero unico e molti studi non possono essere ammessi, per difetto di Casta, ai gran galà della scienza in mascherina”.

E’ il giudizio senza peli sulla lingua formulato da Mauro Minelli, immunologo e responsabile per il centro sud della Fondazione Italiana Medicina Personalizzata.

Sottolinea Minelli. “Se si esprime un parere ottimistico o, quanto meno, possibilista sull’evoluzione non catastrofica di un’epidemia, uno finisce per forza di cose per appartenere alla schiera degli ‘eretici’, cioè alla squadra di quei reietti e poveri sfigati. A cui sinceramente non mi sento di appartenere”.

Minelli sottolinea come alcuni importanti filoni di ricerca, soprattutto sulle cause o almeno concause dell’epidemia, siano stati del tutto dimenticati e sottovalutati. “Come quello – osserva – che intreccia coronavirus e smog, secondo il quale ci sarebbe più di una correlazione tra inquinamento e rischi legati al virus. Eppure molti studi stanno dimostrando un preciso nesso di causalità tra esposizione prolungata al Pm 2,5 e gravi lesioni infiammatorie a carico dei polmoni”.

Secondo l’immunologo, in Italia “una cerchia di scienziati ha preferito i tweet, i talk show e i rotocalchi rispetto al confronto accademico”.

Una cerchia “gelosa custode di una scientocrazia curata nei dettagli e che ha commissariato perfino la politica, pronta a processare e a condannare, se non al rogo, certamente al dileggio e all’oblio ogni ‘stregone’ che, rispetto ai dogmi già codificati dal ‘pensiero unico’, si ponga in posizione dissenziente o, comunque, non allineata”.

 

nella foto l’immunologo Mauro Minelli

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