Perché non sia troppo tardi

Uno scambio retroattivo di persona, tra me e il signore che presidia il centralino telefonico del Tg1, per esserci ieri nelle ore che hanno preceduto la messa in onda delle 20.  Per sapere quale dei tre (Salvini, Meloni, Tajani) ha parlottato con il prode Carboni, direttore del telegiornale Rai della rete ‘ammiraglia’. Breve, secco, autoritario l’‘ordine di servizio’: “Peppino, neanche una parola sulle sedie vuote in piazza del Popolo e in primo piano l’’affollamento sotto il palco per l’abbraccio entusiastico dei fan. Capito?”  Capisce Carboni e il mezzo flop della destra sparisce dai testi ‘passati’ alla conduttrice, dopo attenta rivisitazione. Non manca invece la notizia attesa dai familiari, dai ‘meno male che Silvio c’è’ , da chi esiste solo perché suddito istruito a tessere lodi per il capo sciupafemmine e da chi lucra sul gossip mondano o politico: “Al raduno di Piazza del Popolo raccolte duemila firme (non autenticate, ovvio) per invitare l’Italia a inserire Berlusconi nel gotha dei senatori a vita, al fianco di nobili figure della scienza, della letteratura, della politica”.
Viva la Rai! Niente male il proposito di equiparare il curriculum del ‘cavaliere’ all’altissimo profilo di Rita Levi Montalcini: il Parlamento si aprirebbe finalmente a decreti legge per la diffusione di svaghi goderecci, invocati dal popolo impegnato a contrastare la condizione depressiva da pandemia.
Un brusco anatema contro possibili rigurgiti diceva: “Fascisti, carogne, tornate nelle fogne”, che i moderati, illusi di aver espulso dalla società italiana nostalgie residuali del Ventennio hanno ritenuto a lungo slogan eccessivo e ‘Bella ciao’ anacronismo fuori tempo massimo. L’effetto del ‘rilassamento’ della vigilanza democratica è noto: raduni con saluto romano, aggressioni di naziskin, svastiche e striscioni inneggianti a Mussolini, raid antisemiti, violenze xenofobe e un crescente, esplicito ‘me ne frego’ della Costituzione e della legge che vieta l’apologia del fascismo. Per questo mondo di pericolosi eredi della dittatura sarà irrilevante, un peccato veniale, la pubblicazione sui social del selfie realizzato da tale Gabrio Vaccarin, 54 anni, Fratelli d’Italia, consigliere comunale di Nimis, provincia di Udine che si è ripreso in divisa da SS nazista, con accanto la foto di Hitlker dallo sguardo fiero, come hanno documentato alcuni giornali e per esempio la Stampa. Ma no, è un episodio tutt’altro che trascurabile, ininfluente, marginale. Testimonia il progressivo incremento di ‘spavalderia’ impunita e sottovalutata da chi ha il dovere di vigilare e impedire al ‘nero’ della destra di riproporsi e minare la saldezza della democrazia, in complicità omertosa con il nazifascismo emergente in non pochi Paesi europei. Fratelli d’Italia non condanna il tipo in divisa da nazista, eletto nelle sue liste si nasconde dietro l’alibi “non è un nostro iscritto, non possiamo intervenire, ma omette di ricordare che li rappresenta in consiglio comunale.
Il ‘miracoloso’ sangue di San Gennaro: non è definitivamente confermato il sospetto che sia frutto di sofisticata alchimia lo sciogliersi a date fisse nella teca che il cardinale fa opportunamente oscillare, ma un esperimento di laboratorio di alcuni anni fa ha riprodotto il ‘miracolo’ e nessuno lo ha contestato scientificamente. Il caso del protettore dei fedeli napoletani molto somiglia alle periodiche suggestioni di statue che piangono sangue, alle stimmate di Padre Pio mai indagate e messe in discussione, alle Madonne che appaiono, chissà per quale disegno divino, a cinque sprovveduti visionari di Medjugorje. Intorno al mito dei santi consacrati tali perché accreditati di miracoli (strano, mai per aver ridato la gamba a un amputato) con l’‘autorevole’ avallo di medici impossibilitati a spiegarli con le nozioni finora acquisite, fioriscono attività lucrative di notevole consistenza e il culmine del paradosso è proprio il tesoro di San Gennaro, di valore inestimabile, equivalente a interi secoli di 8X1000 alla Chiesa cattolica. Il clero napoletano si propone di ‘promuovere il culto e la devozione al Santo patrono come bene immateriale dell’Unesco! L’iniziativa si avvarrà di un comitato promotore ‘Culto e devozione di San Gennaro a Napoli e nel mondo’. Osservate quale poderosa mobilitazione lo assecondano: Università degli studi di Napoli Federico II, con il Centro interdipartimentale Lupt, in collaborazione con la Fondazione diocesana Fare Chiesa e Città, la Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro, il Pio Monte della Misericordia, il Museo Diocesano di Napoli, il Complesso Monumentale di Donnaregina, il Comitato Diocesano San Gennaro Guardia di Onore alla Cripta, l’Associazione “I Sedili di Napoli” Onlus, la Fondazione Ferrante Sanseverino, l’Associazione Sebeto ed Icomos International Council on Momuments and Sites. Questo sì è un vero miracolo.

Lascia un commento