USTICA / ALTRI ATTI DELLA TRAGICA SCENEGGIATA

Ennesimi atti nella sceneggiata sulla desecretazione di atti coperti dal segreto di Stato e relativi a non poche stragi, altrettanto di Stato.

Cinque anni fa fece finta di farlo Matteo Renzi in sella al suo governo. Ma la montagna partorì meno di un topolino, visto che si trattava di carte inutili, già note e che nulla aggiungevano a quanto già ben conosciuto.

Ora si dovrebbe fare sul serio, ma visti i precedenti e la credibilità delle istituzioni di casa nostra c’è molto da dubitare.

Il Copasir, ossia il Comitato parlamentare per la sicurezza, circa un mese fa ha chiesto al premier Giuseppe Conte di rimuovere il segreto di Stato dai documenti legati al cosiddetto “Lodo Moro”, per poter chiarire il contesto internazionale in cui maturarono le stragi di Ustica e di Bologna.

In questi giorni, dal canto suo, l’Ufficio di Presidenza del Senato deve decidere sulla desecretazione di ogni atto raccolto dalla Commissione Stragi. Commissione che, come è noto, non è mai servita a niente, mai contribuendo a far luce su alcun episodio criminoso, se non in maniera marginale sotto il profilo storico.

Il niente, quindi, rischia di cumularsi al niente, in una tragica farsa del “tanto per far vedere” e gettare fumo negli occhi del popolo bue.

Punta l’indice contro la nuova, annunciata farsa Daria Bonfietti, che nella strage di Ustica perse il fratello ed è il presidente del comitato dei parenti delle vittime. Si rammarica del fatto che “il presidente del Copasir o il Copasir nel suo complesso cadano in questa trappola, visto che ci si riferisce alla stessa documentazione regolarmente custodita e in merito alla quale i Servizi hanno già detto che non riguarda né Ustica né Bologna”.

Secondo Bonfietti, insomma, “sta ripartendo un’operazione già ampiamente sbugiardata”.

Non così la pensa il Copasir, che nella sua fresca richiesta di desecretazione si dice “convito che i documenti che ancora sono coperti dal segreto possano fornire una prospettiva storica molto diversa che aiuti a capire”.

Ma ci sono o ci fanno?

Rosario Priore. in apertura il relitto del DC9 precipitato nei mari di Ustica

L’Inchiesta penale su Ustica, come si ricorda, non ha portato a niente, nonostante anni di ricerche a vuoto, firmate in particolare dal pm Rosario Priore. Tempi e danari spesi senza che neanche un ragno uscisse dal buco, con i generali della nostra Aeronautica che l’hanno passata liscia. Tanto che la sentenza finale della Cassazione del 2007 mette nero su bianco che “nei cieli di Ustica non c’è stata nessuna battaglia, nessun atto di guerra e tanto meno un missile”.

Si sono fatti saltare per aria da soli, i poveri 81 passeggeri dell’Itavia? A quanto pare sì.

Quando, invece, la verità è sotto gli occhi di tutti e nessuna autorità giudiziaria mai l’ha voluta vedere: con ogni probabilità per non dar fastidio agli amici francesi o americani.

Lo scrisse la Voce addirittura nel 1993, intervistando l’allora parlamentare socialista Franco Piro, lo ha ribadito un documentario di Canal Plus del 2007, quindi lo ha raccontato il picconator Francesco Cossiga prima di morire: ‘è stato un missile a colpire il nostro Itavia, lanciato da una portaerei che si trovava nelle acque del Mediterraneo”. Con ogni probabilità la francese Clemanceau; in seconda ipotesi la statunitense Saratoga. Il tutto da inquadrare in quel contesto internazionale che vedeva Stati Uniti e Francia fianco a fianco contro il leader libico Gheddafi.

Tutte le rogatorie internazionali sono finite regolarmente a vuoto o in un flop. Eppure, i presidenti di Stati Uniti e Francia, rispettivamente all’epoca delle indagini Bill Clinton e Francois Chirac, hanno sempre assicurato di aver lealmente collaborato.

Riuscirà mai Rambo Conte a convincere Donald Trump ed Emanuel Macròn a raccontare la verità su quella tragedia?

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