COVID-19 / TUTTE LE VERITA’ NASCOSTE – NOMI, SIGLE & AFFARI DEL DRAMMA 2020

Tutto coronavirus, giorno per giorno, dramma per dramma.

Le cifre sballate della pandemia, i clamorosi errori di tanti, troppi scienziati. Le sceneggiate tivvù.

I tanti affari che già si intrecciano intorno a cure, terapie & vaccini.

Nomi, cognomi, sigle, protagonisti di una storia che in 100 giorni sta cambiando il volto dell’Italia piegata non solo da Covid-19 ma anche da politica, burocrazia e scienza che del tutto incapaci e non all’altezza di una situazione del genere: tra norme, codici, protocolli spesso e volentieri ai confini della realtà.

Di tutto e di più nell’instant book scritto da una giornalista di razza e, soprattutto, d’inchiesta, la napoletana Serena Romano, per anni firma di punta al Mattino, al Messaggero, all’Europeo; in collaborazione con Francesco Iannello, presidente delle Assise di palazzo Marigliano, storicamente in prima linea nelle battaglie per la difesa di salute e ambiente.

Di seguito pubblichiamo due corposi paragrafi di “Se errare è umano, perseverare è contagioso. Anzi sospetto”.

Il primo si riferisce al nuovo grande affare, quello del “plasma iperimmune”, gestito dal gruppo Kedrion che fa capo alla famiglia Marcucci, sul ponte di comando Paolo, nel cda i fratelli Marilina e Andrea, capogruppo del Pd al Senato. Pochi conoscono quanto è appena successo nelle ovattate stanze – guarda caso – proprio a palazzo Madama, per l’audizione del Ceo Paolo Marcucci e il maxi business del futuro.

Il secondo è dedicato al nuovo vate della sceneggiata a tutto vaccino, e ora a tutto coronavirus, il Mago di Provette & Brevetti Roberto Burioni, che ha appena portato a temine le sue performance nel salottino domenicale di Fabio Fazio: un salottino – vale la pena di rammentarlo – profumatamente pagato dalle tasche dei contribuenti, come del resto ha appena denunciato il Codacons.

 

 

 

Affari all’ultimo sangue

Molti si sono chiesti sulla base di quale motivazione scientifica l’Istituto Superiore di Sanità e l’Agenzia Italiana del Farmaco abbiano scelto Pisa come capofila del progetto sul plasma iperimmune: sfilando la primogenitura a Mantova e Pavia, nonostante Pisa, a confronto con le prime due, abbia esperienza quasi zero. A quanto pare su nessuna motivazione scientifica, come molti avevano intuito: anche se la conferma stavolta, non si trova agevolmente sulla stampa e in tivù. E’ il Giornale (17 maggio) che lancia l’allarme: “Così il business del plasma finisce in mano al senatore Pd” E sotto “La KEDRION della famiglia Marcucci mette a disposizione i propri stabilimenti per produrre sangue iperimmune”.

Ma sono soprattutto “La Voce delle Voci” e “Le Iene” ad approfondire questo tema: facendo capire che non è solo questione di business, ma che così si sta mettendo in gioco la salute e la buona fede dei cittadini. Ad approfondire per primo questo scandalo soffocato, è il sito on line la Voce delle Voci: ex “Voce della Campania”, lo storico giornale cui gran parte della stampa da decenni attinge notizie e spunti per inchieste.

E’ qui, infatti, che la vicenda viene analizzata in tutti i suoi particolari e correlata con altri link ed eventi: “Un affare gigantesco… Per la corazzata di famiglia Kedrion… Un conflitto d’interessi che fa impallidire persino un esperto del ramo come Silvio Berlusconi…Sotto i riflettori la dinasty dei Marcucci, capeggiata da Paolo, sul ponte di comando di Kedrion, e da Andrea Marcucci, il capogruppo del PD al Senato”. Questa l’apertura ed ecco (in sintesi) il seguito: “La ‘bomba’ scoppia nel corso di una Audizione in Senato, alla quale prende parte, neanche invitato, Paolo Marcucci, che annuncia il maxi progetto griffato Kedrion sulla cura del secolo via plasma iperimmune e immoglobuline, già in fase di start. Senza che fino ad oggi nessuno ne abbia discusso in Parlamento, e nessuno ne abbia mai parlato o scritto a livello mediatico (tranne Libero e il Giornale)…

 

E l’incoronazione dei Marcucci avviene con la benedizione di organismi pubblici, come l’ISS e l’AIFA… in Senato è previsto un primo intervento del presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi che con gran savoir faire lascia la parola alla star però non invitata, Paolo Marcucci. Il quale illustra subito il maxi progetto al plasma … Kedrion con il suo stabilimento di Sant’Antimo, nell’hinterland napoletano, avvierà la raccolta del plasma dei donatori italiani per trasformarlo, “in conto lavorazione”, nel plasma iperimmune industriale. Seguirà poi – illustra il timoniere di Kedrion, Paolo Marcucci – un’altra fase, per la produzione di gammaglobuline iperimmuni, in collaborazione con la società israeliana Kamada. E’ previsto per ottobre l’ingresso del prodotto sul mercato. A tambur battente. Un progetto che fa a pugni con quello più volte illustrato dallo pneumologo dell’ospedale “Carlo Poma” di Mantova, Giuseppe De Donno, che con il collega Cesare Perotti del policlinico “San Matteo” di Pavia ha messo a punto la tecnica del plasma iperimmune che ha un grande pregio: non costa praticamente niente, al massimo 80 euro per una sacca. Forse per questo è stata subito boicottata da Big Pharma?”, si chiede la Voce sottolineando come ora: “Quello stesso prodotto pagheremo (o pagherà, lo Stato) sicuramente un occhio dovendo subire un trattamento “industriale ad hoc”, con un comodo “conto lavorazione”…

La Iena Alessandro Politi

Un aspetto, questo, che manda in bestia i donatori di sangue intervistati nell’imperdibile video delle Iene. Quando l’inviato Alessandro Politi, infatti, chiede loro: “ma voi lo sapete che con il vostro sangue donato gratuitamente rischiate di alimentare un business?” Rispondono tutti risentiti : “Ah, no! Se è così non lo dono più. Ma siamo matti!?” Così, il plasma che aveva dato la speranza agli ammalati di Covid, trasformato in prodotti farmaceutici di vario tipo – non strettamente finalizzati all’utilizzo nell’emergenza – approfitta della rampa di lancio dell’emergenza per decollare verso il business. Non solo: guardando il servizio delle Iene si scopre anche che quel procedimento industriale cui verrà sottoposto il plasma, priverà il prodotto finale di parte delle sostanze benefiche contenute nel plasma originario; e che insieme alle costose sacche di plasma verrà avviata una produzione di gammaglobuline che sono cosa diversa dalla plasmaterapia.

“A dirigere l’orchestra, dunque, è l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), con un ministro della Salute, Roberto Speranza, incapace di dire una parola su quello che – forse a sua insaputa – gli sta succedendo intorno. AIFA e ISS che come si sa hanno snobbato i primi lavori sul plasma iperimmune effettuati dal tandem De Donno-Perotti, e dopo averli esclusi hanno deciso di avviare una sperimentazione alternativa, affidandola ad un misterioso progetto, “Tsunami”… affidato al reparto di Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliera di Pisa, guidata da Francesco Menichetti – si legge ancora sulla Voce – Nella stessa Azienda ospedaliera insegna un altro guru in tema di Covid-19, Pier Luigi Lopalco, ubiqua presenza tivù, consulente della Regione Puglia per l’emergenza coronavirus e grande amico della star Roberto Burioni, con il quale ha appena cofirmato un libro sulla pandemia”

In merito a conflitti di interesse o semplicemente a strane contiguità, va aggiunto che Pier Luigi Lopalco che lavora nell’azienda ospedaliere di Pisa, è anche il presidente del “Patto per la Scienza” fondato da Burioni. Andrea Marcucci, fratello di Marcucci della Kedrion che si è accaparrata il progetto Tsunami, è anche un renziano di ferro: anzi il braccio destro di Renzi, tant’è che molti si sono chiesti come mai non lo abbia seguito quando ha lasciato il PD per fondare un suo partito. E molti hanno anche azzardato una risposta: “A Matteo fa più comodo tenerlo nel PD, così ha un piede e un amico anche sull’altra sponda”. Renzi è anche fra i sostenitori del Patto per la Scienza promosso da Burioni. E su questo virologo, proprio nelle ultime settimane di maggio, si sono abbattute una serie di tegole giudiziarie.

 

 

 

La “Pomona”…della discordia: il Codacons denuncia Burioni

Mentre si allenta la morsa del coronavirus e cominciano a cadere i veli che avvolgono “scienziati” e burocrati di AIFA, ISS, OMS, si scoprono anche i fiancheggiatori esterni.
Come riporta “Qui Finanza” il 17 maggio, infatti, scatta una denuncia del Codacons sul presunto conflitto di interessi tra Burioni e la Pomona ricerca Srl “…che intrattiene rapporti di lavoro con grandi multinazionali di farmaci e vaccini… per cui la presenza fissa di Burioni su Rai 2 sarebbe di fatto una pubblicità a vantaggio dei brevetti depositati dallo stesso Burioni tramite il lavoro di Pomona….Al Codacons non è proprio andato giù il “business” (questo il termine usato) che Burioni avrebbe messo in piedi in Rai, servizio pubblico…. con la presenza a “Che tempo che fa” per parlare del Coronavirus e degli sviluppi dell’emergenza sanitaria in corso…”

E in un altro esposto contro Roberto Burioni, (su Affari Italiani 28 maggio) che ha per destinatari l’Ordine dei medici di Pesaro e Urbino, il Corriere della Sera e l’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC), in merito al “conflitto di interesse a causa di presunti rapporti con case farmaceutiche”, il Codacons elenca “i brevetti di cui il dottor Burioni risulterebbe titolare, e le varie attività e progetti sponsorizzati da colossali aziende farmaceutiche come GlaxoSmithKline Biological e Sanofi-Pasteur MSD”. Dall’esposto emerge anche che sarebbe stato autore del progetto “Dalla vaccine hesitancy alla vaccine recovery”, finanziato con il contributo di Merck&Co erogato da MSD Italia”. All’Ordine dei Medici si chiede di verificare “se nei fatti siano ravvisabili gli estremi della violazione delle norme che regolano il comportamento del medico”.

Roberto Burioni

Quanto ai temi riguardanti possibili conflitti di interessi di Burioni: tornano alla ribalta in questi giorni arricchiti di nuovi aspetti, ma risalgono ai tempi della polemica conclusasi con l’approvazione della legge italiana che ha reso obbligatori 10 vaccini. Polemica svolta in un clima di caccia alle streghe in cui “il virologo Burioni, che si autogiudica l’unico super esperto di vaccini, guida la crociata di coloro che non accettano la minima contestazione… per i medici che osano osservare qualcosa c’è pericolo di radiazione, come sta già succedendo in alcune regioni…” Così esordisce la Voce delle Voci in un’inchiesta in due puntate che risale al 19 aprile 2017 e svela l’esistenza della Pomona ricerca srl “compagnia privata… che opera nel settore delle biotecnologie e impegnata nello studio, sviluppo e produzione di anticorpi umani monoclonali. Fondata nel 2010, nel corso degli anni ha acquisito gli asset e la proprietà intellettuale di diverse piccole compagnie che si occupano di biotecnologie, il tutto basato sulle ricerche di due professori dell’Università San Raffaele. I professori Massimo Clementi e Roberto Burioni considerati tra i ‘key opinion leaders’ (gli esperti ‘chiave’) la cui consolidata esperienza consente a Pomona di occupare una posizione leader nel settore della produzione di vaccini”. Da tale inchiesta Burioni risulterebbe “proprietario di parecchi anticorpi anche per uso vaccinale; e – insieme al collega Clementi, dal 2006 al 2016 – avrebbe deposto numerosi brevetti con committente, non solo Pomona Ricerca srl, ma anche Bracco Imaging spa, Ribovax Biotecnologie SA, Generale Anticorpi e Biotecnologie srl.”

E nella seconda puntata del 20 aprile 2017 oltre a Pomona Ricerca srl, la Voce scopre anche “la Fides pharma, società a responsabilità limitata… (che prima era una SpA, con 5 milioni di euro di capitale)… una giovane ‘company‘ dedita allo sviluppo degli anticorpi monoclonali…. che come si legge sul suo profilo, può usufruire di un forte legame con l’Istituto San Raffaele nel Nord Italia, riconosciuto in tutto il mondo, e può contare sul contributo scientifico dei professori Massimo Clementi… e Roberto Burioni… e su una catena di quattro anticorpi monoclonali umani…contro l’influenza e l’HCV, brevettati da Pomona”. Pomona ricerca, quindi, e Fides produce: fra gli obiettivi del suo oggetto sociale, infatti, la Fides ha quello di “commercializzare, produrre e concedere in licenza e comunque valorizzare strategie, tecnologie e brevetti attinenti o anche solo connessi alle attività su descritte. ”

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