Fortunatamente italiani

“…Dicono di noi / rivoluzionari, pizzaioli, emigranti e canzonettari / tutti un po’ cialtroni / ed un po’ geniali / ma fortunatamente italiani…” (da testo di uno degli ultimi racconti in musica di Edoardo Bennato)

La citazione andrebbe inviata per posta celere, magari aerea, a un destinatario che anziché divertire i bambini ospedalizzati con la classica pallina rossa sul naso, mosse da clown e smorfie comiche, occupa la Casa Bianca, luogo di gestione dell’immenso potere politico ed economico degli States. Lo canta Bennato: “Siamo fortunatamente italiani” e tutti noi lo abbiamo sontuosamente confermato, nella faticosa battaglia di contrasto al micidiale, stramaledetto Covid-19.  Fortunatamente non siamo americani e se lo fossimo sicuramente non avremmo affidato i trecento milioni di connazionali alla tragicomica leadership di un pericoloso incompetente, prono ai piedi di multinazionali del petrolio, delle armi, del sistema sanitario privato. L’ultima idiozia da camicia di forza dell’inverosimile Trump: “Il virus sparirà senza vaccino”. Roba da ridere, o da piangere. L’accertata incompetenza del tycoon si carica di cinismo con un paio di esternazioni, che da sole varrebbero la procedura urgente dell’impeachment. “Aprire, aprire tutto” ha sollecitato il presidente dal finto ciuffo color carota “e pazienza se un po’ di americani ci lasciano la pelle”. Sull’onda di tanta scempiaggine ha dato corpo al cinismo della prima dichiarazione con il pronostico di almeno altri ventimila morti, oltre gli oltre settantamila già uccisi dal Covid-19. Barack Obama si è spogliato del riserbo istituzionale, da ex presidente e ha bocciato le cog…nate di Trump, la sua balordaggine, con poche, sentite parole: “Disastro caotico assoluto”. Senza indorare l’amara pillola, l’ex presidente ha praticamente chiesto che Trump se ne torni ai suoi affari privati e traslochi dalla Casa Bianca.

Appunto, fortunatamente italiani. Non potremmo davvero convivere con citrulli privi di discernimento al punto di esprimere il 50 percento di gradimenti al numero uno dei gaffeur mondiali, che per dirne una, ha inventato la balla del coronavirus generato in un laboratorio cinese di Whuan, ipotesi tesa a spostare da sé le accuse di totale incapacità nel contrasto alla pandemia. La furbata è stata rapidamente smascherata da tutti gli scienziati di settore e perfino dal virologo che opera nello staff della Casa Bianca.

Spavaldamente lo ammettiamo, non siamo esenti da limiti e difetti, ma se parliamo di sanità, di tutela della salute e di pandemia siamo legittimati a definirci fortunatamente italiani. Pensate che ecatombe avrebbe provocato il coronavirus senza il coinvolgimento dell’intera la rete di ospedali e presidi terapeutici pubblici. Il test è d facile soluzione. Nel bilancio di contagiati, infettati e deceduti da Covid i totali divergono sostanzialmente tra regioni che hanno privilegiato l’assistenza pubblica e la Lombardia, dove il privato ha nettamente prevalso e dove si sono concentrati i casi di pazienti gravi, dei contagiati, dei deceduti. Il diritto alla salute È rimasto un sogno, spento dalla presidenza Trump, il progetto Obama di garantire a tutti gli americani il diritto alla salute con in sistema analogo a quello italiano. Sbalordisce l’’anomalia di mezza America plagiata dal suo peggiore presidente e sconcerta che Trump possa competere per una seconda scandalosa elezione.

In poche righe.  Spiagge, mare, laghi, navigli, prati, piazze con assembramenti e zero cautela. L’euforia da trend positivo del contrasto al Covid-19 ha provocato la rottura degli argini fissati dal protocollo del governo, legittimato dall’autorevolezza del comitato tecnico scientifico. Da Nord a Sud troppe davvero le trasgressioni e per una minoranza di ‘anarchici’, di insofferenti, l’Italia rischia quello che la scienza ha temuto, ovvero un caso due della pandemia. Come non capire che sarebbe una catastrofe immane? Restiamo fortunatamente italiani!