GIULIETTO CHIESA / UN GRANDE COMPAGNO DI VIAGGIO DELLA VOCE

Un vero compagno di viaggio nel corso degli anni, per la Voce. Un grande giornalista che andava sempre a caccia della verità, anche la più scomoda. Un’intelligenza capace di affacciarsi su scenari diversi, del tutto ‘alternativi’, e quindi di leggere la realtà oltre le apparenze. E ben oltre quel mainstream che ha sempre detestato e contro il quale ha tenacemente combattuto per tutta la vita. Fino all’ultimo respiro.

Giulietto Chiesa è stato un grande amico della Voce. Apprezzava il nostro giornalismo di inchiesta, scriveva per noi, partecipava alle nostre iniziative come noi partecipavamo alle sue. Scriveva per la Voce, abbiamo pubblicato il suo ultimo intervento a metà aprile, lucido come sempre, mai scontato, sempre sorprendente.

Un fiuto, una passione civile, una militanza autentica per la giustizia sociale e il diritto-dovere di informare, contro l’establishment, contro quei poteri che ha sempre contribuito a smascherare.

Per fare un solo, epico esempio, la vera storia dell’11 settembre, il suo impegno per scovare le connection, per scavare la verità sotto le macerie.

Su quel fronte ha lavorato a stretto gomito con Ferdinando Imposimato, insieme hanno redatto uno sconvolgente documento per conto del Tribunale dell’Aja per i crimini contro l’umanità. Insieme, infatti, avevano alzato il velo sulle trame a stelle e strisce per creare, allora, quel caos mondiale grazie al quale fu poi possibile, per gli Usa, inventarsi l’invasione in Iraq.

Con Ferdinando, con Giulietto e con Elio Veltri abbiamo condiviso tante battaglie comuni, nel corso di trent’anni. A cominciare da quelle di Palazzo Marigliano, a Napoli, e con il prestigioso Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.

E vogliamo rammentare un’altra vicenda che ci ha visto gomito a gomito. Nell’estate 2007, improvvisa, spunta una maxi inchiesta dei servizi segreti (all’epoca guidati da Nicolò Pollari) su una sorta di “Spectre” anti-Berlusconi messa in piedi da giornalisti, magistrati, attivisti social e alcuni politici. Ne scrive per prima Repubblica, che dedica due pagine al giallo. Al centro di quella “Cupola” disinformativa Pollari & C. collocavano proprio la Voce, e i suoi prestigiosi collaboratori Percy Allum (definito la “cellula” islamista), Giulietto Chiesa ed Elio Veltri.

Una clamorosa bufala, una autentica fake news ante litteram: un chiaro tentativo di delegittimarci, e con noi svariati movimenti e associazioni pacifiste e, appunto, diversi magistrati.

Per anni abbiamo combattuto, al tribunale di Perugia, competente per territorio, una autentica battaglia insieme a Giulietto ed Elio per veder condannare quei Servizi – chiaramente più che deviati – in grado di violare ogni privacy e calpestare ogni diritto: spiando & dossierando a più non posso.

La lunga indagine e il lungo processo sono finiti in una bolla di sapone: perché lorsignori dei Servizi hanno invocato il segreto di Stato, ben confortati dai premier che si sono succeduti nel tempo (Prodi, Berlusconi, Letta, Renzi, Gentiloni), tutti uniti nella volontà di affossare quella sporca story.

Caro Giulietto, un lungo abbraccio.

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