GOLDMAN SACHS / NERO PER LA SALUTE, ROSEO PER LE FINANZE

Previsioni pessime sotto il profilo sanitario ma discrete sotto quello economico-finanziario.

E’ la fresca diagnosi stilata dai cervelloni della più grande banca d’investimenti a livello mondiale, Goldman Sachs.

Partiamo dal primo aspetto, elaborato da un gruppo di esperti coordinati dall’“ufficiale medico” Michael Rendel.

Il Coronavirus potrebbe infettare il 50 per cento degli americani – viene sottolineato – ossia circa 150 milioni di persone. Il picco verrà raggiunto nelle prossime 8 settimane.

Nella seconda economia industriale più importante, quella tedesca, ben il 70 per cento della popolazione verrà infettato dal virus.

Dopo aver raggiunto il picco a maggio, inizierà lentamente la fase calante del contagio.

I ricercatori griffati Goldman Sachs sostengono che, come il comune raffreddore e l’influenza, il coronavirus preferisce il freddo. Motivo per cui l’estate nell’emisfero settentrionale dovrebbe aiutare in quanto si tratta di un virus “probabilmente stagionale”.

E ancora. La larga maggioranza degli infetti – pari ad una quota dell’80 per cento – presenterà solo sintomi lievi, mentre il 15 per cento soffrirà di sintomi medi e il 5 per cento entrerà nella fase critica, in particolare gli anziani.

Passiamo al versante economico-finanziario, curato dal team guidato dal guru di Goldman, Jan Hatzius.

La super banca d’investimento nota che il tasso di crescita del PIL mondiale sarà il più basso degli ultimi 30 anni, comunque intorno al 2 per cento, non proprio da fine del mondo.

Se ci sarà un danno economico dal virus stesso – viene precisato – l’impatto principale è dovuto alla “psicologia del mercato”. Motivo per cui i mercati dovrebbero recuperare “completamente” nella seconda metà dell’anno e, diversamente dal 2008, “non vi è alcun rischio sistemico” per il sistema finanziario mondiale.

Una boccata di ossigeno ottima e abbondante, in tempi all’insegna del catastrofismo globale.

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