L’Italia che ci piace

Prima di dichiarare lo stato di emergenza negli Stati Uniti, dove il contagio del Covid-19 incombe come in gran parte del Pianeta, Donald Trump ha temporeggiato e gli americani capiranno presto con chi hanno a che fare. Il tycoon ha tentato fino all’ultimo di ridimensionare il rischio coronavirus, nel timore di conseguenze negative sulla campagna elettorale in corso per il deficit di tutela pubblica della salute. Costretto dal diffondersi dell’epidemia a dichiarare l’emergenza, ha ritenuto di cavarsela donando, lui miliardario, centomila dollari al ministero della sanità, cioè parte del compenso che riceve per il ruolo ricoperto. Troppo poco per lavare la coscienza sporca.
Ben altra è la risposta alla domanda di solidarietà globale a sostegno del sistema sanitario investito dalle emergenze della pandemia. Prima ancora di elencare nel diario le benemerenze per donazioni milionarie, merita il riconoscimento la generosità spontanea, ma organizzata, di donatori che si  sono mobilitati per dotare di apparecchiature e materiali di difesa  dal contagio chi assiste le persone contagiate dal Covid-19 con dedizione, ben oltre il dovere  richiesto dal ruolo di medici e infermieri, e i volontari.  Sperando di non dimenticare nessuno dei donatori noti: ex universitari di Palermo e del Trentino, le ragazze di Novara, Piacenza, Napoli, con valanghe di offerte da 5 a 25 euro. Finora, in soli due giorni,  mezzo milione di euro per l’acquisto di  macchinari indispensabili alla terapia  intensiva. Mai come in questa drammatica i social sono da considerare una vera benedizione, perché strumento di diffusione della solidarietà, che nasce tra l’altro da luoghi dell’auto segregazione, gli stessi che in tutta Italia hanno diffuso musica dai balconi. Struggente l’esecuzione della canzone icona di Milano, ‘o mia bela madunina’, eseguita da una tromba, significativa l’amplificazione, in una giornata dell’incipiente primavera napoletana, di ’o sole mio, di Pavarotti, diffusa a tutto volume.
Internet racconta l’adesione di Vip e grandi aziende alla raccolta di fondi: Chiara Ferragni e Fedez, con 3,8 milioni di euro donati on line per posti letto di terapia intensiva  nell’ospedale San Raffaele di Milano e altri 250mila euro con il fondo GoFundme, piattaforma lanciata in Italia nel 2018; Bill Gates, fondatore di Microsoft, dieci milioni di dollari; gli stilisti Dolce e Gabbana all’HUmanitas, per la ricerca sul sistema immunitario; Giorgio Armani, 1 milione e 250mila euro per gli ospedali impegnati nella terapia intensiva e alla Protezione Civile, Justin Bieber, cantante pop colpito dalla malattia di Lyme, 100.000 dollari alla Cina, per aiutare progetti legati all’infanzia; Steven Zhang, giovane presidente dell’Inter, 100 mila euro al Sacco di Milano; Jack Ma, fondatore di Alibaba,  14,5 milioni di dollari; Sami Kahale di Esselunga piano di donazioni per 2,5 milioni di euro e per gli over 65 servizio di consegna gratuita della spesa; Jean Christophe Babin, del gruppo Bulgari, importante donazione allo Spallanzani di Roma; l’Oréal 655 mila euro; Estée Lauder, 29.0264 mila euro; il gruppo Kering, (Gucci, Yves Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, Stella McCartney e Alexander McQueen) 983 mila euro. Donazioni anche di calciatori e personaggi dello spettacolo, migliaia di anonimi con messaggi di incoraggiamento: “Forza, non mollate, siamo con voi”; un gruppo di ex studenti del Convitto Giovanni Falcone di Palermo: “Medici e operatori della sanità, insieme agli scienziati, stanno facendo di tutto per salvarci dal coronavirus, che rischia di falcidiare la nostra popolazione. Adesso è il momento di provare, con coraggio, a dare un piccolo contributo: anche in modo simbolico” .
Sono innumerevoli i casi di giovani che promuovo la raccolta di fondi con un passa parola coinvolgente e fruttuoso. Federica e Giorgia a Trapani, Federica de Masi a Napoli, dove il Cotugno ha sperimentato con buon esito un farmaco efficace di agire nella terapia intensiva del coronavirus: “Ho 23 anni, e da futuro medico quale (spero) sarò, non potevo permettermi di non fare niente in questa situazione. Siamo in Campania, non abbiamo né i materiali né le attrezzature a sufficienza per contrastare quest’epidemia”. Iniziative analoghe: Elisa per l’ospedale di Cremona, Elisa Ghezzi per quello di Piacenza, Annalisa e Luana per l’ospedale di Monza e poi gli studenti di Medicina a Parma, altri a Bari, Milano, Cosenza, La Spezia, Nuoro, Torino, Roma, Firenze, Campobasso, Bologna, Pordenone, Vicenza, e altre decine di località: i giovani, straordinaria generosità.
Sono oltre 200 le campagne della gara di solidarietà nelle 20 regioni italiane ed è solo l’inizio. Due le motivazioni principali: spese mediche e spese per l’emergenza. Iniziative particolari, di Luciana Littizzetto per gli ospedali piemontesi e di Facebook che raccoglie fondi per gli ospedali di Padova e Lecce.
Conseguenza dell’auto quarantena è anche il calo delle i donazioni di sangue. Perciò l’appello dello scrittore Carofiglio, che dà il buon esempio come mostra la fotografia pubblicata su Twitter mentre si prepara  a donarlo. Questa Italia ci piace. Meno quella degli egoisti che non hanno accettato di evitare assembramenti e nel trascorso week end hanno trasgredito con assembramenti che potrebbero aver provocato molti contagi del Covid-19. Da Milano treni affollati: ancora un numero consistenti di rientri nelle località del Sud e la speranza che chi arriva rispetti la disposizione della quarantena, per non provocare la diffusione del contagio in regioni meno attrezzate rispetto al Nord.
Due notizie con il segno più. Nel lodigiano e a Vò niente più casi di contagio,  ma dalla Cina i dati di più alto valore, indirettamente anche  per l’Italia: solo 8 casi di nuovi contagi (sei importati dall’estero) e guarigioni dell’80 percento (64mila 111).  Picco del Covid-19 superato. Migliora  la situazione anche nella Corea del Sud.
Presto i pazienti affetti da Covid-19 saranno sottoposti a una nuova terapia, già in uso per altri virus, la sperimentazione è già in fase avanzata. Prevede l’utilizzo del plasma di pazienti guariti dall’infezione, contenente alti livelli di anticorpi. Il plasma prelevato contiene infatti alte concentrazioni di anticorpi in grado di distruggere il virus. Si attende il nullaosta conclusivo per passare al trattamento dei primi casi. Il Gruppo  ReiThera rende noti i piani per la prevenzione del Covid-19.Il vaccino sperimentale dovrebbe iniziare a essere testato sugli animali in aprile. L’azienda biotech ha lavorato a vaccini contro il virus Ebola e contro il virus respiratorio sinciziale. Per contrastare la diffusione della Covid-19, utilizzerà un vaccino con un agente virale animale, l’ adenovirus degli scimpanzé, reso inoffensivo, e utilizzato come vettore per trasportare la sequenza genetica della proteina spike. Quest’ultima è l’arma che viene utilizzata dal coronavirus per invadere le cellule dell’apparato respiratorio degli esseri umani. Il vaccino preventivo, iniettato intramuscolo, dovrebbe stimolare la produzione di anticorpi specifici e l’attività delle cellule del sistema immunitario. “La cosa più rapida”, sostiene la virologa Gismond “è la terapia. “Puntiamo su due target di attività: l’antivirale inibisce il virus rapidamente, l’altra molecola (ossia quella del farmaco anti artrite, che la Roche fornisce gratuitamente a tutti gli ospedali che ne fanno richiesta) mira a ridurre l’infiammazione. Penso possano diventare una terapia combinata”.

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