TAV / SAIPEM & LA DEVASTANTE GALLERIA LUNGO IL GARDA

Fervono i lavori nei cantieri del TAV al lago di Garda, uno dei luoghi più incantevoli d’Italia. Per portarli avanti è appena sbarcata nel porto di Genova una poderosa “talpa” costruita ad hoc in Cina.

E’ la notizia – davvero ai confini della realtà – che pochi sanno nel Belpaese e che ovviamente nessuno contesta, per via del totale blocco informativo decretato dalle montagne di fake news sul Coronavirus.

Ma vediamo più da vicino di cosa mai si tratta.

Poco meno di due anni fa, a giugno 2018, è stato firmato il contratto per la realizzazione dell’alta velocità per la tratta Brescia-Verona, un valore complessivo da 1 miliardo 645 milioni di euro. Un bel lavoretto.

A siglare il contratto da un lato RFI ossia Rete Ferroviaria Italiana che fa capo al gruppo FS, dall’altro il consorzio CEPAV Due, riconducibile per il 59 per cento azionario a Saipem, a sua volta controllata da ENI e Cassa Depositi e Prestiti.

I cantieri del TAV sul lago di Garda sono ormai avviati da mesi, a novembre 2019 è stato finanziato anche il secondo lotto. E a fine questo mese, marzo, raggiungerà la zona di Lonato del Garda proprio la maxi talpa appena sbarcata a Genova. In arrivo dalla Cina. Cin cin.

Quale il compito che attende la talpa? Dovrà scavare la galleria da ben 8 chilometri fino a Desenzano, con un termine dei lavori previsto per il 2025.

Gli esperti griffati Saipem assicurano che verrà garantita “la salvaguardia, la tutela e il rispetto dell’ambiente, grazie all’alta tecnologia applicata durante lo scavo”.

Una petroliera Saipem. In alto la talpa che scaverà i tunnel della TAV intorno al Lago di Garda

Ma vi immaginate voi il devastante impatto che, comunque la si metta e qualunque tecnologia si voglia adottare, avrà su quel meraviglioso ambiente, d’ora in poi sfregiato per sempre? E nessuno – a livello politico – che alzi neanche un dito.

Vergogna!

Saipem è la reginetta italiana dell’impiantistica, soprattutto petrolifera, ma da quasi trent’anni si occupa anche di alta velocità, ossia fin dai primi vagiti del TAV. L’ingresso, infatti, risale al 1991, quando Saipem ha fatto ingresso a vele spiegate nella compagine del Consorzio Cepav, che nel corso degli anni ha portato a termine la linea ad alta velocità Milano-Bologna e Treviso-Brescia.

Il tracciato ferroviario ora in fase di realizzazione è lungo quasi 50 chilometri (di cui 8, appunto, in galleria bordo lago), 48 per la precisione; compresi i 2,2 chilometri dell’interconnessione “Verona merci”, per il collegamento strategico con l’asse per il Brennero. Si tratta di una linea ad alta velocità e anche ad alta capacità, per il trasporto merci.

Ottimo e abbonante modo per distrarsi dalle rogne giudiziarie provocate da altri maxi appalti. Come quello carioca per i lavori targati Petrobras che hanno provocato l’inchiesta del secolo in Brasile, Lava Jato, in cui è incappata la classe politica verdeoro. Nell’affaire (una super tangente da 5 miliardi di dollari fino ad oggi accertati), oltre a varie big estere, sono finite le nostre ENI, Saipemappunto e Techint, il colosso privato che fa capo a Gianfelice Rocca & C.

Lascia un commento