CORTE DEI CONTI / NAPOLI E CAMPANIA SOTTO ACCUSA

Sperperi colossali, mala gestione amministrativa, sanità allo sfascio, partecipate che sono autentici carrozzoni, scarsissima attenzione alle entrate. Sprechi e disservizi che ricadono su tutti i cittadini, i quali ne pagano le conseguenze sia sotto il profilo economico che, evidentemente, sociale.

Di tutto e di più nella impietosa diagnosi della Corte dei Conti della Campania, che fornisce cifre da brivido e lancia un pesantissimo j’accuse nei confronti della classe politica (sic) e burocratica sia di Napoli che della Regione Campania. E non è la prima volta.

Passiamo in rapida carrellata gli addebiti, come li ha ampiamente illustrati il procuratore regionale della Corte dei Conti, Antonio Ciaramella.

Partiamo dal boom di esposti, una cifra che la dice lunga sul tasso di gradimento della (non) politica della classe dirigente campana.

Gli esposti attualmente aperti sono 4 mila 751, ci cui 1.283 sono procedimenti istruttori; 108 inviti a comparire con oltre 400 destinatari, 86 citazioni con richieste di condanna per oltre 90 milioni di euro, recuperati fino ad oggi solo 5 milioni.

Ciaramella sottolinea “la disattenzione per le entrate pubbliche da parte degli amministratori”. Un esempio. Il danno patrimoniale di circa 2 milioni di euro derivato dalla perdita di valore della partecipazione da parte del Comune di Napoli nella società Bagnoli Futura, in seguito al crac della stessa sigla “a causa del comportamento di rappresentanti del socio pubblico”.

E il capitolo delle “minori entrate” nella gestione degli immobili pubblici. E’ costato, ad esempio, al Comune di Napoli ben 38 milioni il mancato incasso dei canoni relativi alla concessione del servizio di illuminazione votiva nei cimiteri cittadini.

Palazzo San Giacomo

Oppure un danno erariale da 1 milione perché Palazzo San Giacomo ha concesso in fitto ad un prezzo fortemente inferiore ai valori di mercato il celebre Circolo del Tennis e il prestigioso Circolo Posillipo; così come del resto pagano concessioni irrisorie (a fronte di fatturati estivi alle stelle) gli stabilimenti balneari sparsi lungo Posillipo che non garantiscono neanche – come invece dovrebbe essere per legge – lo spazio previsto di spiaggia libera.

Come del resto restano in piedi alcune società partecipate del Comune del tutto inutili e solo mangiasoldi, “decotte” se non per pagare i lauti stipendi ai dirigenti. Questo perché, sottolinea Ciaramella. “si pensa sempre che ci sarà qualcuno che provvederà a fornire le risorse”. E Pantalone paga…

Per non parlare dello sfascio e degli sperperi nel settore che ha sempre rappresentato un pascolo per le clientele e gli affarismi d’ogni sorta, sempre a discapito dei cittadini che pagano le tasse.

“Le aziende sanitarie – denuncia Ciaramella – sono state mal condotte, provocando danni di ogni specie, dalla violazione sistematica della normativa intramuraria alla dispersione immotivata di risorse, dai ticket sanitari spariti e mai recuperati all’elusione dell’orario di lavoro. Alla base di questa situazione c’è l’inadeguatezza degli amministratori, che sono di nomina politica”.

Infine, bacchettate anche per la mala gestione del reddito di cittadinanza. Per il neonato reddito, casi di persone che ne usufruiscono in maniera indebita, “togliendo chance – precisa Ciaramella – a chi ne avrebbe diritto od impedendo al bilancio pubblico di allargare le maglie per concedere ad altri soggetti questi benefici necessari. La percezione indebita impedisce la percezione da parte dell’opinione pubblica del significato dello strumento”.

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