Matteo, martire e santo Subito

Complotto, ostilità pregiudiziale, commistione illegittima di politica e magistratura, disegno fazioso anti Lega: si può scegliere a caso tra queste ipotesi che Salvini propone per smantellare il castello di imputazioni che, poverino,  lo costringono a sottrarre tempo ed energie psicofisiche alla sua intensa frenesia comiziale per  rispondere  in tribunale a molteplici capi di accusa. Che dire, merita comprensione e solidarietà l’ex vice premier dell’esecutivo gialloverde ed ex ministro dell’interno, nonché il consiglio di allearsi con l’innocentismo di Renzi che si batte con tenace determinazione contro il ‘giustizialismo’ dei 5Stelle e la loro proposta di  stop alla prescrizione dei reati, che impedirebbe lo scandalo di colpe gravi cancellate per mancata conclusione dei processi.  All’autore di questa nota, laico di solida convinzione,  non è dato sapere se esiste un Matteo martire e santo. Fosse una lacuna da colmare si potrebbe suggerire al Cardinale Ruini, esplicito fan di Salvini,  di proporlo per colmarla e scalzare dal calendario il nome di un santo di modesta qualità per far posto a Matteo, martire della giustizia. L’ultimo step  di una sequemza virale infligge a Salvini la mortificante sentenza della Cassazione, che a supporto del ‘no’ all’arresto di carola Rackete, giovane comandante della Sea Watch, ha sentenziato che “Non commise alcun reato con l’ingresso nel porto di Lampedusa con i profughi salvati in mare” , forzando il blocco navale della Guardia di Finanza ordinato da Salvini. I processi che il sovranista, razzista, secessionista, deve affrontare uno dietro l’altro, lo vedono imputato per il caso ‘porti chiusi’ delle navi Gregoretti e Open Armi e perché deve rispondere  alla querela di Carola Rackete, vittima di ingiurie da trivio. Su di lui incombe anche, minacciosa, la contestazione in via giudiziaria dei  voli con aerei di Stato, utilizzati per spostamenti rapidi da un comizio elettorale all’altro. Non è un caso se Bannon,  milionario americano, che calamita i finanziamenti milionari dell’ultra  destra cattolica, è intenzionato a mollare la Lega per deviarli a favore di Fratelli d’Italia. Il serial dei del Carroccio non finisce qui. Salvini deve anche ammortizzare i danni della campagna ‘contro’ delle sardine.
Da che pulpito.  Renzi , in clima di piena contestazione per l’ambiguità di essere partito di maggioranza che vota in parlamento  come l’opposizione,  con  il piglio di tutore dell’etica a cui dovrebbero attenersi i partiti, esclama come piacerebbe a Monsignor della Casa: “Basta con il teatrino della politica (esternazione singolare del burattinaio di Italia  Viva, ndr) e propone un incontro chiarificatore con il premier Conte, interlocutore  che non fa mistero di voler disarcionare. Il presidente del consiglio accetta l’invito, che purtroppo si svolgerà a porte chiuse, impedendoci  di assistere alla performance dei due attori. Il recente background del confronto? Italia Viva ha votato per dieci volte ‘no’ agli ordini del giorno del decreto ‘Milleproroghe’ e ha intercalato il dissenso con la  minaccia di sfiduciare il ministro della giustizia del suo governo. Voti ‘contro’ di Italia Viva su prescrizione, plastic tax e opere pubbliche, esattamente come la destra. In attesa dell’a tu per tu con il premier, intenzioni ormai palesi di stop al sostegno dell’esecutivo e serrati contatti con esponenti di Forza Italia.
Strana gente la metà degli americani: si sente rappresentata dal tycoon con il ciuffo posticcio color carota, che mette insieme, cosa non facile per una soggetto con la responsabilità di governare il gigante Usa, difetti di intelligenza e subcultura. L’ultima conferma a commento dell’Oscar assegnato al film sudcoreano ‘Parasite’: “Quanto ha fatto male l’Academy Awards quest’anno. Abbiamo avuto tanti problemi con la Corea del Sud per il commercio e loro l’hanno premiata con il miglior film dell’anno. È tempo di tornare ai classici dell’epoca d’oro di Hollywood. Possiamo tornare per favore a Via col Vento? Poi contro Brad Pitt, che ha sostenuto la richiesta di impeachment: “È un saputello!”. La replica dei democratici: “Parasite’ è un film su come gli ultraricchi siano ignari dei sacrifici della classe lavoratrice, e richiede due ore di lettura dei sottotitoli. Perciò lo odia”. I distributori della pellicola: “Non gradisce? Ovvio, non sa leggere”.

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