Vinco io? No,  tu no

In estrema sintesi la tornata elettorale,  anomala per la  stridente antitesi  Emilia-Calabria, il ruolo tutto da esplorare di influencer delle sardine,  il forfeit dei dem  nella terra della ’ndrangheta, regalata ai cocci di Forza Italia, la follia dei dilettanti allo sbaraglio che Di Maio ha triturato scegliendo per le dimissioni da capo 5Stelle la vigilia del voto, la ‘non vittoria’ di tutti i contendenti: condivisibile la seguente interpretazione?  Salvini evita il mea culpa, dimentica il suo sfrontato “in Emilia stravinceremo” e si appropria del successo della candidata di Forza Italia, spacciando la Calabria per roccaforte della Lega (falso perché raccatta poco più del 10% e tra l’altro in  sospetto di aver pescato nel torbido dell’elettorato). Il Pd? Resiste in Emilia al salasso subito in tre quarti del Paese (Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Umbria, Abruzzo, Molise, Sardegna, Sicilia, Basilicata, Calabria, sono tutte regioni del centrodestra). Quanto deve all’onda  salutare delle sardine anti Lega?  E glissa sulle colpe del vuoto di attenzione politica per il Sud, eclatante come raccontano i venti punti di distacco tra la Santelli di Forza Italia e il povero Callipo, surclassato dalla rappresentante di una partito ormai inesistente e proiettato in zona cesarini nella competizione. I resti  fumanti dell’implosione che ha fatto arretrare il berlusconismo allo stato di larva esultano per il 50 per cento della Santelli che ottiene un sonoro like” esclusivamente per le sue qualità personali, cioè estranee all’infima posizione del partito di riferimento, scomparso in Emilia e appena sopravvissuto in Calabria, oltretutto viziato dalla ridicola affluenza alle urne dei calabresi, abbandonati dalla sinistra. Mancava solo che i Cinquestelle smentissero la loro Caporetto. Fa tenerezza la dichiarazione del ‘reggente’ Crimi, che dopo una notte intera di silenzio stampa, racconta di un Movimento che non si arrende, appena scalfito dalle storiche difficoltà nelle competizioni amministrative. Di segno opposto alle affermazioni che nessuno ha vinto è l’esito del voto a Bibbiano dove il Pd ha sconfitto sonoramente le smargiassate di Salvini sul tormentone delle adozioni.
 Lo snodo per conoscere il futuro delle sardine è nella significativa proposta di affidarlo all’appuntamento nazionale di Scampia, scelta politicamente rivelatrice dell’ideologia, per ora  non esplicita, che connota la spinta propulsiva del Movimento.
In verità c’è chi può esibire soddisfazione ed è la borgatara Meloni, che fa incetta del consenso della destra neofascista. Questo dato, insieme all’inedito rapporto interpartitico di governo Pd-5Stelle, da restaurare e adattare alla realtà del redivivo bipolarismo, è il problema che l’Italia democratica e antifascista ha l’obbligo di anteporre ad altre urgenze, di fissare subito nell’agenda politica, per invertire la rotta della tolleranza e spegnere le velleità della destra di accreditarsi istituzionalmente. A Salvini, finalmente sulla via del ridimensionato, è concessa un’unica briciola di consolazione. Arriva dall’ameno enclave dei suoi sollazzi estivi, dalla frazione balneare del Papeete, dove la Bergonzoni, per interposta persona, ha la meglio su Boccaccini. Sull’altra faccia della medaglia c’è il quartiere bolognese del Pilastro, dove Salvini ha inscenato la rappresentazione della sua infame tracotanza con le famigerate minacce al citofono. Il Pilastro ha risposto con il 41% di consensi al Pd e un misero 18% alla Lega. Riprovaci Salvini, l’Italia è piena di citofoni.
Il voto, dice Zingaretti, modifica l’asse politico. In chiaro vuol dire che il Pd rivendica un ruolo da protagonista nella regia del governo demostellato.  L’avance non è illegittima, ma è un presupposto condiviso dell’alleanza giallorossa? In alternativa, si può azzardare l’ipotesi di una terapia d’urto che immetta la dirompente energia delle sardine nel solco della competizione parlamentare esplicita, fino a farne la forza d’urto per l’inedito partner della sinistra di governo al giro di boa delle prossime elezioni politiche? ‘En attendent’ Scampia, nell’attesa di quell’appuntamento emblematico,  azzardare si può, ma scommetterci su è quantomeno prematuro o addirittura avventato.

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