GEORGE SOROS / LE FOLLIE GRIFFATE SERRA & TARQUINI. DA 113.

Miracolo a Davos.

Il più sanguinario squalo nei mari della finanza internazionale, George Soros, si trasforma magicamente nella più innocente delle Sardine! Ai confini della realtà.

Ecco il fresco inno intonato dalla sempre più genuflessa Repubblica, davanti a quei Poteri che un tempo si chiamavano ‘forti’.

“Un miliardo di dollari a tutti i movimenti che nel mondo si battono contro tutti i nuovi tiranni, in nome dei valori costitutivi della democrazia”.

Basterebbe questo per chiamare il 113. Ma il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari e oggi diretto – ahinoi – da Claudio Verdelli, continua: “Ecco il gesto straordinario del magnate-filantropo americano George Soros, annunciato alla Conferenza di Davos. Soros, anziano ma sempre vivacissimo – prosegue la fanfara di Repubblica – con gli occhi brillanti di energia, ha lanciato così la sua sfida ad autocrati, sovrani e populisti di tutto il mondo. Esprimendo appoggio anche alle Sardine in Italia”.

Commenta il genuflesso inviato di Repubblica, Andrea Tarquini: “Soros fu un uomo-chiave, attorno al 1989, della transizione dal comunismo alla democrazia nell’allora Impero sovietico, nell’aiuto ai dissidenti. Finanziò studi internazionali all’attuale premier ungherese Viktor Orban quando era oppositore liberal. Oggi, leader sovranista, Orban ha chiuso la Central University della Fondazione Soros (centro del libero pensiero, traslocata a Vienna) e usa Soros nella sua propaganda come nemico numero uno, l’ebreo ricco e cattivo”.

Ai confini della realtà.

Una chicca, poi, la didascalia della foto. “George Soros, 89 anni, ex finanziere, si è costruito una seconda vita da filantropo: la sua Open Society finanzia iniziative per la promozione della democrazia per lo più nei Paesi dell’Europa dell’Est”.

Michele Serra. Sopra, George Soros

Ma ci sono o ci fanno, a Repubblica? Boh.

Una sfilza di farneticazioni, quelle inanellate, nel pur breve reportage, dall’inviato speciale (sic) di Repubblica Tarquini.

Alle quali fa da perfetto pendant la sequela di idiozie griffate Michele Serra sul fresco numero dell’Espresso.

Osa ironizzare – in modo del tutto demenziale – il fu comico (da sotto-bar) Serra, partendo dalle rievocazioni craxiane in occasione dei venti anni dalla morte. “Non ci fu alcuna tangente. I socialisti morirono tutti in povertà e i pochi sopravvissuti conducono una vita monacale. Tranne Claudio Martelli, che si è sposato otto volte, quasi sempre con donne facoltose, perché non possiede mezzi di sussistenza propri. Di Pietro, prima di diventare magistrato, era stato a lungo nella Legione Straniera, dove si era distinto per atti di crudele efferatezza sui cammelli”.

Era stato sì, Di Pietro, al Servizio di una legione straniera.

Quella a stelle e strisce della CIA. Ma questo il fesso Serra non lo sa.

E invece prosegue, imperterrito: “Francesco Saverio Borrelli suonava il pianoforte solo per non udire le urla dei torturati dentro Palazzo di Giustizia”.

Mentre Gabriele Cagliari si ammazzava in carcere, per volontà dei magistrati di Mani Pulite (sic) con la testa dentro un sacchetto di plastica. Ma anche questo il fesso Serra non può saperlo.

E invece continua: “Mani Pulite era finanziata da Soros e fu la prova generale del piano di sostituzione etnica degli italiani: l’intenzione, poi fortunatamente fallita, era arrestarli tutti e sostituirli con lavavetri polacchi, in quegli anni, non a caso, presenti a milioni ai nostri semafori”.

Ma ci è ci fa, Michele Serra? Il quale, non ancora contento, termina la sua elucubrazione. “Sono solo alcune delle rivelazioni contenute le libro dello storico negazionista A.B., che si firma solo con le iniziali per evitare di essere riconosciuto dalla moglie e dai figli”.

Da 113. Per favore, chiamateli subito e inviate un’ambulanza a casa Serra.

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