TURISMO A NAPOLI / PARLA IL NUMERO UNO DEGLI ALBERGATORI

Napoli, ottimi i dati sul fronte del turismo nell’ultimo anno, per il Natale-Capodanno così come le prospettive per il 2020. Ma si può fare molto di più e soprattutto cercare di risolvere, man mano, grossi nodi che restano sul tappeto – irrisolti – da anni.

E’ la diagnosi dell’albergatore storico di Napoli, il fondatore e animatore del mitico Hotel Vesuvio e della catena Prestige Hotel, l’avvocato Sergio Maione.

Che esordisce: “Ottimi gli ultimi dati, sia sotto il profilo della quantità di turisti arrivati che della qualità. Mentre prima, infatti, si trattava di un turismo mordi e fuggi, adesso registriamo più presenze che vanno spesso oltre l’una o due notti, nei periodi cruciali”.

“La pesante crisi è cominciata nel 2008 ed è durata per diversi anni, almeno fino al 2013. Poi la lenta risalita, completata nel 2018. Il 2019 ha rappresento l’incremento sostanziale, di circa 8 punti percentuali, una cifra molto significativa. Speriamo di fare altrettanto quest’anno e i segnali positivi ci sono”.

Il Grand Hotel Vesuvio sul lungomare di Napoli. In apertura, l’avvocato Sergio Maione

“Nel corso dell’ultimo anno abbiamo registrato una buona percentuale di turisti italiani e una quota ancor maggiore di provenienze estere. Se la quota italiana è attestata sul 30 per cento, un abbondante 20 per cento arriva dagli Stati Uniti ed un 7 per cento a testa da Francia, Gran Bretagna e Giappone. Il resto dagli altri paesi, con la Russia che avanza e dovrebbe aumentare quest’anno la sua percentuale”.

“Se vogliamo migliorare le nostre performance, comunque, vanno risolti i problemi che ci portiamo dietro da anni e che continuano ad assillare la città. Mi riferisco al nodo dei trasporti, da implementare con decisione, all’eterna questione dei rifiuti, alla microcriminalità e all’arredo urbano, che va assolutamente migliorato. Su quest’ultimo fronte, perché il Comune non indirizza i proventi che arrivano dalla tassa di soggiorno a questo fine, ossia per rendere più decorose le facciate dei palazzi pubblici, gli spazi verdi, soprattutto il mantello stradale, i marciapiedi spesso impraticabili, insomma tutto quanto non è solo il biglietto da visita della città ma rappresenta una vivibilità autentica per i cittadini?”.

“La situazione di Napoli è molto simile a quella di Roma, i problemi giganteschi sono quelli. Sta certo molto meglio Milano, sotto questo profilo: ma Milano è quasi un caso a parte: chiunque la governi, la città ha sempre le carte in regola per essere una metropoli efficiente e accogliente”.

“Per Napoli faccio l’esempio di via Caracciolo. Il sindaco ha sùbito deciso di chiuderla al traffico, scelta che può essere certo condivisa. Ma perché non dar vita a dei programmi che la rendano ancora più appetibile, ripeto non solo per i turisti ma per tutti i cittadini? Eppure c’erano, e quindi ci sono, dei progetti”.

“Anche sul fronte dell’occupazione i dati sono positivi. Nell’ultimo hanno è cresciuta di quasi il 30 per cento, compreso l’indotto alberghiero”.

“Meno bene va sul fronte fiscale, con una Imu troppo pesante, si figuri che quest’anno abbiamo dovuto versare 400 mila euro. Con l’Irpeg e le altre tasse si arriva a cifre esorbitanti, che rendono più problematici gli investimenti. Su questo versante il governo dovrebbe agire in maniera più decisa”.

“C’è poi una questione a livello nazionale. Una volta c’era il ministero del Turismo, oggi se ne sente la mancanza, perché manca un punto di riferimento come un tempo. L’ente nazionale per il turismo, l’Enit, è praticamente finito nel dimenticatoio, e quindi manca tra le regioni il dovuto coordinamento. Ognuna procede, con le sue politiche anche sul fronte dell’offerta all’estero, per conto proprio. Ci vorrebbe una visione più unitaria”.

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