“Io sono Giorgia”, abile detective

[Fino a Domenica 26 Gennaio, giorno del voto per le regionali, l’immagine che accompagna queste note quotidiane sarà quella della sardina alle urne, a prescindere dal contenuto degli articoli].
Con l’abituale garbo, condito di confidenza con la sobria eleganza della lingua di Dante, (ha frequentato l’Accademia della Crusca?) e indulgente moderazione, acquisita nei salotti dove si pratica il bon ton, la “Io sono Giorgia” Meloni esibisce inedita abilità investigativa, non disgiunta da competenze psicanalitiche e ci illumina d’immenso. Finalmente svela il background finora ‘misterioso’ delle sardine con un chiarificatore: “Dietro di loro c’è il Pd”.  Grazie Giorgia, i nostri sonni  non saranno più agitati dagli incubi che li hanno affollati con l’amletico dubbio sui referenti politici delle sardine. Grazie e le giriamo la domanda che si pone il Movimento per non dover contrastare l’insonnia contando le pecore: “Dietro i ‘no’ delle sardine a razzismo, omofobia, xenofobia, violenza, odio, potevano mai celarsi i fascisti di Casa Pound, di Forza Nuova, la destra leghista, Fratelli d’Italia, la frangia residuale di Forza Italia prona ai piedi di Salvini?” Certo che no. Suvvia, cara “io sono Giorgia”, il suo disvelamento è una vera bufala, materia di cui ella ha sicura competenza. Insinua? Tutto ok, significa che teme e non poco la marea di sardine.
Con il dovuto rispetto, è però netta e motivata la perplessità che desta la decisione della Questura di anteporre gli interessi della politica a quelli di un movimento che non è un partito, ma ha evidente consistenza politica.  Bibbiano, giovedì prossimo, a tre giorni dal voto per le regionali, sarà teatro di confronto e scontro Lega-Sardine. Prime, a chiedere di darsi appuntamento nella piazza della Repubblica, di fronte al municipio di Bibbiano, sono state le Sardine, poi la Lega. La questura, interpretando il protocollo della Prefettura, che privilegia la propaganda dei partiti,  ha dato l’ok a Salvini. Non appare una decisione democratica, ma ‘così è, anche se non ci pare’. Sartori e la marea di sardine convocate per giovedì, si ritroveranno nell’adiacente piazza Libero Grassi, sempre che l’assemblea di domani decida comunque di confermare l’appuntamento. Una risposta potrebbe venire già stasera, dalla kermesse politico-musicale-politica di Bologna, che prevede la presenza di trentamila sardine e la partecipazione di molti big della musica.  
In sospeso c’è anche una domanda per Sartori e i vertici delle sardine:  scontata l’importanza politica del voto in Emilia-Romagna, come  condividere il totale disinteresse per le elezioni regionali in Calabria, evento immerso nel silenzio tombale dell’Italia spaccata in due?
In confidenza, detto tra noi e con molte scuse all’esercito di appassionati del gossip, di quello che con altissimi livelli di dipendenza si nutre di fatti e misfatti della monarchia britannica, le movimentate  vicende dei rampolli della povera Diana usurpano, complice l’intero  pianeta dei media, tempi  e spazi all’informazione di universale utilità. In enfatica evidenza, con la complicità delle news che dovrebbero estraniarsi dal pettegolume di  Buckingham Palace, il giornalismo, i talk show televisivi, le chiacchere di salotto, s’impone il ‘caso eclatante’ del principe Harry e della first lady, la ‘normale’ Megan,  che si liberano del titolo di ‘altezze reali’ e s’immergono, comunque ad altissimi livelli di benessere,,  nella normalità di cittadini del mondo, obbligati a restituire  due milioni  e mezzo di sterline, soldi pubblici spesi per ristrutturare Frogmore House, cottage di 5 stanze nel Berkshire e non è una cosetta da poco. Evitiamo di intrupparci nei dettagli della scelta di vita delle due ex Altezze reali e le concediamo soltanto un secco ‘ok’, con l’augurio di uscire rapidamente dal circuito delle pestifere banalità del gossip e di chi lo alimenta. Complimenti Harry e Megan, siete forse i precursori di un futuro libero dai fasti  anacronistici deli regimi monarchici.

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