SOLFATARA KILLER / A MARZO IL PROCESSO AI GESTORI

Tutti a processo con rito abbreviato gli imputati per la tragedia alla Solfatara di Pozzuoli.

Il 12 settembre 2017, infatti, il piccolo Lorenza Carrer e i genitori Massimiliano e Tiziana Zaramella vennero inghiottiti in una bocca di fuoco “aperta al pubblico e liberamente percorribile, senza alcun divieto d’accesso”, come scrivono i pm nella loro richiesta di rinvio a giudizio.

Una vicenda ai confini della realtà, perché tra l’altro non c’era alcun cartello che indicava quel macroscopico pericolo né c’era sul posto alcuna particolare recinzione.

A processo, dunque, il titolare della società di gestione “Vulcano Solfatara srl”, ossia il puteolano Giorgio Angarano, il quale ha richiesto il rito abbreviato a condizione – accettata dal gup – di poter presentare una propria consulenza tecnica. A giudizio altri 5 soggetti: la consorte Maria Angarano, tre componenti della famiglia Di Salvo (due Maria e Francesco) e Annarita Letizia.

Non da poco i capi di imputazione: omicidio colposo con l’aggravante di essere stato commesso in violazione delle norme sugli infortuni sul lavoro e ai danni di più persone; disastro colposo e delitto colposo di danno.

Da quel tragico settembre 2017 la Solfatara, ovviamente, non è stata più riaperta, comportando tra le altre cose un considerevole danno economico a tutta l’area commerciale che ruota intorno alla Solfatara.

La morte dei tre innocenti venne provocata in particolare dai gas provenienti dal sottosuolo. E’ rimasto un piccolo figlio superstite, che assistè sgomento alla tragedia. Il bimbo da allora è affidato ad alcuni congiunti che vivono nella provincia di Venezia.

La prima udienza del processo è fissata per il prossimo 4 marzo, con la requisitoria della pubblica accusa. Poi il 12 e il 17 marzo parleranno i legali delle parti.

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