SAIPEM / 5 CONTRATTI “DRILLING” E ROGNE DA SBRIGARE

Saipem sugli scudi per gli ultimi contratti del 2019, un anno che si chiude col botto. Ma anche con non poche rogne giudiziarie da sbrigare.

Partiamo dai tric trac. La nostra big dell’impiantistica petrolifera si è aggiudicata ben cinque commesse (tra nuovi contratti ed ampliamento di precedenti) sia a terra che in mare aperto.

Sul primo fronte, il “drilling onshore” riguarda impianti che saranno installati in Bolivia, Perù e Romania. Mentre sul versante “offshore” i paesi partner sono Norvegia e Angola.

Il tutto per la bella cifra di 1 miliardo 700 mila dollari.

Stefano Ciao

Commenta l’amministratore delegato di Saipem, Stefano Cao: “L’acquisizione di questi contratti dimostra la solidità ed affidabilità delle nostre Divisioni Drilling”.

C’è da sperare che cominci a tirar buono vento, per il 2020, anche sul fronte giudiziario. C’è la grossa grana Petrobras, sempre minacciosa all’orizzonte, con la maxi inchiesta della procura brasiliana “Lava Jato”, per le tangenti del secolo che hanno visto già decapitata mezza classe politica carioca.

Coinvolta, nel maxi scandalo, anche mamma Eni, azionista di maggioranza, mentre una quota di minoranza fa capo alla sempre generosa Cassa Depositi e Prestiti.

Ma c’è un pesante ramo italiano nella story. Anche la Procura di Milano, infatti, ha puntato i riflettori su Eni e Saipem e l’affare Petrobras, con un’imputazione da novanta, corruzione internazionale. Per Eni non si tratta della sola grana, visto che sono aperti – sempre alla procura di Milano – anche i fronti africani, dall’Algeria alla Nigeria.

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