EUROPA: FUTURO INCERTO SULLA DIFESA

È difficile dire se le cifre che seguono soddisferanno Donald Trump e il Pentagono. Certo è che a soffrirne saranno i contribuenti europei, ai quali, forse bisognerà spiegarle.

La Commissione Europea della signora Ursula von der Leyen, ex ministro della difesa di Germania, ha presentato il suo piano di previsione pluriennale, che abbraccia il periodo dal 2012 al 2017. Con cifre di aumento delle spese militari che indicano una spesa per investimenti di oltre 27,5 miliardi di euro. L’aumento percentuale, rispetto all’analogo periodo precedente, è un grande balzo che dal 2% raggiunge il 27% della spesa complessiva. Il dato è impressionante sotto molti profili, anche se ben 13 miliardi di euro saranno impiegati per inaugurare il Fondo Europeo per la Difesa che fu istituito per la prima volta nel 2018, ma che era stato sostanzialmente, fino a ieri, una semplice dichiarazione di intenzioni. Adesso si fa sul serio, a pochi giorni dalla dichiarazione di Macron, che ha formulato la prognosi fatale della “morte cerebrale” imminente, se non già avvenuta, della Nato. Vuol dire che il Fondo Europeo per la Difesa costituirà l’avvio di una forza militare europea autonoma dalla Nato? Stando alle repliche affannose di Jens Stoltemberg, attuale Segretario Generale della quasi defunta, e a quella, molto seccata, della signora Merkel, parrebbe di no. La cancelliera ha fatto sapere a Parigi che la Nato è viva e vegeta e che l’Europa continua ad averne un grande bisogno. Per cui è lecito ritenere che la Nato ce la terremo ancora per lungo tempo.

Ma si sa come vanno a finire certe cose: l’esito più probabile sarà che gli europei dovranno pagare l’una e l’altra struttura. Quella solidissima e costosissima che già c’è (in questo accontentando l’incontentabile presidente americano); e quella che ancora non c’è e bisognerà mettere in piedi per non perdere la faccia.

Aquisgrana vuole comunque la sua parte di prestigio. In francese “grandeur”. E il prestigio bisogna pagarselo. Ma, se l’America non svolge più la sua funzione di guida, bisognerà inventarsi un’altra strategia, diversa da quella della paura della Russia. Come ha detto perfino il presidente austriaco, incontrando il presidente bielorusso Lukashenko, “dovremo pure prendere atto che sarà necessario fare da soli”. Aggiungendo però che “ci vorrà molto tempo”. Ecco, è questo il punto. Che una nuova strategia ancora non c’è. Allora, nel frattempo, s’improvvisa, facendo ricorso alla retorica di una Europa che vuole prendere decisioni autonome.Il fatto è, però che questi Stati Uniti trumpiani sono, agli occhi delle leadership europee, nel loro complesso, piuttosto preoccupanti. Il rischio è che Donald Trump possa decidere all’improvviso qualche svolta perfino più sconcertante di quelle che ha inventato nei primi due anni del suo mandato. Magari facendo sapere agli italiani che starebbero meglio se fossero liberi di prendere decisioni senza consultare Bruxelles (in realtà questo l’ha già perfino detto a Giuseppe Conte, lasciandolo allibito).

Dunque, riassumendo, questa Unione Europea non ha una linea alternativa a quella degli obamiani. Attende ansiosa che un qualche impeachment la liberi dall’incertezza. Tuttavia comincia a pensare — sono in molti a temerlo — che non ci sarà nessun impeachment e che dovrà affrontare un secondo mandato di questo “strano” presidente di una “strana” America che non corrisponde a quella che per cinquant’anni ha considerato padrona e regina.

Il tutto mentre il consenso popolare diventa sempre più logoro e incerto.

Così, forse, si spiega l’insensatezza dell’incremento delle spese militari. Che finiscono per essere l’unica voce in crescita di questa economia paralizzata, insieme all’aumento altrettanto insensato della massa monetaria che affoga il pianeta. Siamo arrivati, secondo il Sipri di Stoccolma ai 1800 miliardi di dollari nel 2018. Con gli Stati Uniti da soli a quasi 1000 miliardi. Gli altri non possono che inseguire. La Cina ne ha impiegati 250, la Russia 61. L’Italia è passata dal 13-esimo posto all’11-esimo con 28 miliardi di dollari.

Noi italiani, come tutti gli altri, non sappiamo cosa succederà, ma abbiamo adottato il criterio più semplice: obbedire comunque al padrone di turno. Ci hanno chiesto di portare la nostra spesa militare al 2% e l’abbiamo fatto. Chiunque comanderà a Washington non potrà che prendere atto del fatto che abbiamo obbedito.

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