Uno dei pittori più innovativi di fine ‘900 – primi 2000 al Sud e non solo, Domenico Spinosa, va in mostra a Napoli per un mese, dal 7 novembre al 7 dicembre. Titolo della rassegna – che si svolge alla galleria “l’Ariete” di via Manzoni – “I Colori della Natura”, in cui vengono esposte una ventina di opere realizzate tra gli anni ’60 e il duemila.
“Non ho mai fatto parte di alcun gruppo. Il Neorealismo mi piaceva al cinema, ma in pittura non ha mai significato niente, se si eccettua Guttuso. Il grande cambiamento nell’arte a Napoli venne con l’informale”.
Così raccontava quindici anni fa Domenico Spinosa, direttore e docente di pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli dal 1973 al 1986, dopo aver insegnato per un decennio alla “Scuola Libera del Nudo”, formando decine e decine di giovani artisti.
Così descrivono, in un articolo su Repubblica Napoli, Renata Caragliano e Stella Cervasio: “Amico delle contraddizioni Spinosa volle, tra l’altro, nobilitare gli animali meno considerati e spesso più a torto temuti: gli insetti. La figlia Aurora ricorda che a metà degli anni Settanta comprò dei libri ‘che conservo ancora macchiati di pittura con immagini di insetti, di libellule, di farfalle. Cominciò a studiare la loro vita, ad osservare i loro movimenti, a gioire della varietà dei colori delle loro ali e dei loro corpi. Si divertiva’. La natura, come i muri scrostati della sua città – continuano Carigliano e Cervasio – era un altro dei temi amati da Spinosa e trasposti sulla tela con una unicità che diventa per lui quasi cifra stilistica, lo caratterizza e lo rende immediatamente riconoscibile”.
E ancora: “Spinosa è in numerosi musei italiani, da nord a sud, e la sua forte contemporaneità oltrepassa i limiti del tempo e lo porta fino a noi intatto, a più di cento anni dalla nascita, lo rende con Salvatore Emblema uno degli artisti sicuramente più da tenere sotto osservazione”.
Nella foto un dipinto di Domenico Spinosa del 1979