Il Salvini di “Report”

Il giornalismo d’inchiesta, merce divenuta rara della comunicazione, arriva dove la magistratura arranca. L’inviato di “Report” smaschera le trame oscure del Russiagate, scova documenti, intervista vertici e manovalanza della trattativa Lega-Russia per finanziare il sovranismo di Salvini, sabotare la democrazia della Comunità Europea e instaurare un regime totalitario. L’inchiesta di Rai 3 squarcia il velo di omissioni,  lentezze e deficit di efficienza inquirente della magistratura. Incoraggia la sinistra perché pretenda verità da chi deve trarre incentivi a indagare su notizie inquietanti per la tenuta della democrazia italiana. Il quotidiano portavoce della destra commenta l’inchiesta con parole dettate da Salvini : Il Pd sale a bordo della macchina del fango, messa in moto da Report contro Matteo Salvini. I dem, terrorizzati dai 200mila in piazza San Giovanni e dalle possibili vittorie del centrodestra ai prossimi appuntamenti elettorali (regionali) provano a cavalcare l’onda di sospetti contro il leader della Lega. E rispunta, dall’esilio politico, anche l’ex premier Enrico Letta per sparare contro Salvini: “Dopo la puntata di Report su Salvini e la pista russa non può non succedere nulla”.
Dunque i settantamila di piazza San Giovanni, raccattati da Nord a Sud e sbarcati a Roma con pullman e colazione pagati dalla Lega, per il ‘Giornale’ diventano duecentomila e “terrorizzano” il Pd, che in quella piazza e dintorni ha contato anche un milione di presenze. Il giornale si dà la zappa sui piedi citando la provocazione non raccolta di Renzi, che nel faccia a faccia televisivo ha sfidato l’ex vice premier a querelare Savoini, suo emissario nella trattativa con i russi.  L’interessato non tenta neppure di rispondere all’inchiesta di Report e buttandola sul comico mente, finge di non conoscerne i contenuti. Da consolidato ignorante della dignità a cui si dovrebbe attenere un rappresentante delle istituzioni, commenta : “Ho visto Checco Zalone. Report farà altre 18 puntate su di me. Ma questa inchiesta è surreale… aspetto che finisca e poi qualcuno mi chiederà scusa”. Surreale è il suo salto mortale senza rete per non affrontare, come sempre, il marcio del suo percorso di leghista. Non risponde neppure all’accusa dell’ex direttore di La Padania  Moncalvo che voleva licenziarlo per assenteismo, falsa nota di presenza al giornale e quattro note spese. Salvini, con piglio da Ventennio, gli rispose: “Tu passi, io resto”. Da sinistra attacchi all’ex, ex,ex.  Fratoianni:  “In un qualunque Paese normale, dopo un’inchiesta giornalistica accurata e documentata come quella di Report sui fondi russi e i rapporti della Lega con mondi inquietanti, il leader di quel partito, in assenza di giustificazioni provate, non avrebbe altra scelta che ritirarsi a vita privata”. Fiano,  Pd: “Il Parlamento e i cittadini italiani devono sapere con chiarezza quanto è successo in merito ai presunti finanziamenti esteri alla Lega. Per questo presenteremo immediatamente un’interrogazione al Presidente del Consiglio affinché si utilizzino tutti gli strumenti necessari per fare piena luce su una vicenda che, ogni giorno che passa, assume contorni sempre più inquietanti. La puntata di Report andata in onda ieri sera ha messo in evidenza nuovi legami tra la Lega di Salvini e una galassia di intermediari che definire oscura è poco”.
Tra sovranisti s’intendono a meraviglia. Il massacro del popolo curdo, che Erdogan compie impunito, gode della complicità di Putin. La Russia autorizza il tiranno turco a occupare la fascia a nord est della Siria e finge di fermare l’eccidio di civili curdi, il loro esilio coatto, con il prolungamento del cessate il fuoco (non rispettato dagli aggressori). L’ignobile accordo Purtin-Erdogan è agevolato dalla decisione di Trump, di spostare i suoi contingenti militari in Iraq. E l’Europa, l’Italia? Condannano la Turchia verbalmente, tanto non costa nulla. Minacciano di fermare la vendita di armi a Erdogan, che se ne infischia perché ha gli arsenali stracolmi. Prevalgono, come sempre, gli interessi commerciali e il presidente turco pretende di ricevere nuove tranche del finanziamento che la Ue gli riconosce per fare da filtro dell’immigrazione dei profughi.

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